San Severino Marche
Palermo
Nardò
Foggia
Brazzi - Pugliese, Venezia
Trani / Avellino / Catanzaro
Roma / Spoleto
Roccia, Paola
Palermo / Milano
Santa Maria Capua Vetere
Lipari / Prato, Nardò
Patti
Lucera
Venezia
Caltagirone
Locri
Milano
Russo, Foggia
Pesenti, Genova
Grosseto
Francia
Triscornia, Verona
Santa Maria Capua Vetere
Carosi, Roma
processo Enimont, Milano
Di Bernardo, Teramo
Bergamo, Milano
Valenza, Trapani
Bima, Cuneo
Procaccini, Latina
De Palma, Foggia
Cassarà / Montana, Palermo
Mirandola, Roma
Trinca, Palermo
Mandanici, Messina
Sassi, Verona
Bilardi, Siracusa
Folino, Roma
Banda della Uno bianca, Bologna
Contrada, Palermo
Gamberale, Napoli
Eccidio delle Fosse Ardeatine, Roma
Mostro di Foligno, Perugia
Celadon, Venezia
Siena
Petrini, Asti
Omicidio Calabresi (processo di revisione), Venezia
Fronteddu / Nardacci, Roma
Pasquale, Roma
Salerno
Predi, Taranto
Quaroni, Roma
Leone, Roma
Cruciani, Roma
Morina, Catania
Benedusi, Brescia
Frascati, Roma
Eccidio delle Fosse Ardeatine, Roma
Michaeler, Bolzano
Gaspare Gabriele e Maria Elena Figuccio, Roma
De Negri, Roma
Wanna Marchi, Milano
Delli, Firenze
Skider/Akter, Venezia
Farina/Donadoni, Roma
Sparizione di Marina Di Modica, Torino
Stuto, Roma
Tovoli, Firenze
Mele/Pesce, Napoli
Tassone, Como
Tassone, Como
Palma, Napoli
Vittime della scuola di San Giuliano di Puglia, Campobasso
Santa Morina, Catania
Si apre una nuova stagione di Un Giorno in Pretura con il caso che rappresenta il giallo per eccellenza della cronaca italiana: il delitto di via Poma. A 20 anni di distanza dall'omicidio che ha turbato un intero paese, la corte di Assise di Roma è chiamata a giudicare l'unico imputato, Raniero Busco, all'epoca fidanzato della vittima, l'appena diciannovenne Simonetta Cesaroni.
L'estate del 1990 è ricordata come l'estate del delitto di via Poma. Tutta l'Italia è coinvolta dall'omicidio di Simonetta e anche gli inquirenti affrontano il caso con troppa passione ed eccessiva emotività. E' questa forse la causa che fa partire le indagini col piede sbagliato. Inizialmente infatti ci si concentra sul portinaio Pietrino Vanacore, su Federico Valle, sull'ambiente di lavoro, e tutto finisce però in una bolla di sapone. A confermare che quello di via Poma è un delitto carico di interrogativi non risolti, si aggiunge il misterioso suicidio di Pietrino Vanacore, avvenuto solo tre giorni prima della sua deposizione nella Corte d'Assise di Roma dove veniva processato Raniero Busco.
Su quali basi è possibile giungere al processo per un delitto avvenuto venti anni prima? Un Giorno in Pretura entra nel vivo del processo per l'omicidio di Simonetta Cesaroni, reso possibile da nuove analisi del DNA rinvenuto sui vestiti della ragazza e sul luogo del delitto. Secondo l'accusa, si tratta di elementi che portano a un solo nome: Raniero Busco, all'epoca fidanzato di Simonetta, e finora mai indagato ufficialmente. La difesa però, contesta duramente le nuove prove, e sarà battaglia di periti in aula. Ma per la corte di Assise di Roma sarà fondamentale anche cercare di stabilire un movente, indagando nella personalità di Raniero Busco e nel suo legame con Simonetta Cesaroni.
Primo e secondo grado dei processi celebrati a Napoli per l'omicidio di Salvatore Buglione, avvenuto durante un tentativo di rapina all'edicola di proprietà della moglie. Domenico D'Andrea detto Pippotto, rapinatore fin dalla giovane età, confessa la partecipazione alla rapina e chiama in causa i tre fratelli Palma.
Colpevole e innocente
Il primo processo della stagione 2018/19 vede seduto sul banco degli imputati Mirco Alessi, un tranquillo artigiano fiorentino che nella notte del 29 giugno del 2016 accoltella per ben 94 volte Kimberly, una transessuale brasiliana di cui era cliente abituale. Uccide anche Mariela, una giovane donna sudamericana, presente quella notte in quella casa. Si salva solo una terza amica, lanciandosi terrorizzata dalla finestra. Mirco in aula confesserà. Una confessione sconvolgente che lascia aperti molti interrogativi.
Il corpo di una quarantenne viene trovato in fondo a un pozzo a Mazara del Vallo. Si tratta di Sabine Maccarrone, una donna di origine svizzera, ed è in avanzato stato di decomposizione. Un fatto di cronaca che rivela già da subito l'intricata trama che condurrà Gianni Melluso, l'accusatore di Enzo Tortora e conosciuto come "Gianni il bello",sul banco degli imputati. L' accusa per lui è di essere il mandante dell'omicidio di Sabine, con la quale aveva intrapreso una relazione. Lo accusa Giuseppe D'Assaro, suo ex compagno di carcere, uomo dal passato equivoco che ha confessato di avere ucciso la donna. Un processo segnato da continui colpi di scena, in cui si muovono sullo sfondo personaggi che sembrano usciti da un romanzo di Camilleri.
Caterina Abbattista, Ivrea
Vandi + 4, Sassari (Morte in carcere Marco Erittu)
Dopo una lunga malattia è morto a febbraio Raffaele Cutolo. Il re della nuova camorra organizzata ha finito i suoi giorni senza più poteri recluso in un carcere di massima sicurezza in regime di 41 bis e muore con lui una pagina storica della criminalità napoletana. Il suo è stato l'ultimo tentativo di ingabbiare la scellerata e disordinata organizzazione camorristica in un ordine quasi militare tipico della criminalità mafiosa. Roberta Petrelluzzi ripropone il processo più significativo di tutta la sua vicenda penale, quello per l'uccisione di Vincenzo Casillo, amico e braccio destro del boss fuori dal carcere. Un affresco che descrive in maniera mi-rabile la criminalità organizzata che ha sconvolto il Paese dalla metà degli anni settanta alla fine degli anni ottanta, un processo che secondo alcuni è stato il primo tentativo riuscito di insabbiare i patti perversi tra stato e criminalità organizzata.
È il 20 marzo del 2019 e un terribile fatto di cronaca tiene l'Italia con il fiato sospeso. Un pullman scolastico, con a bordo due classi di seconda media di un istituto di Crema, è stato sequestrato dal suo autista. L'uomo ha cosparso l'intero veicolo di benzina, solo l'iniziativa coraggiosa dei ragazzini sequestrati impedisce che avvenga la tragedia. L'autista del pullman è Sy Ousseynou, cittadino italiano di origini senegalesi, che dichiara di aver compiuto un gesto dimostrativo contro la politica che lascia morire i migranti nel Mediterraneo. Di fronte alla corte di Milano dovrà rispondere di numerosi reati aggravati dalla finalità terroristica.
Il corpo di Antonio Tucci viene ritrovato riverso in un mare di sangue nella cucina della sua casa di Castel del Piano, in provincia di Grosseto, pochi giorni prima del Natale. Agli inquirenti la causa violenta della morte appare subito chiara, ma chi può aver ucciso un uomo buono, gentile e molto disponibile con tutti come il signor Antonio? I sospetti ricadono subito su Claudio Orlando, quel nipote senza fissa dimora, cacciato da tutti i parenti e che proprio l'anziano signore aveva ospitato nei mesi precedenti nella sua piccola casa. Ma secondo la difesa invece la morte sarebbe stata provocata da un malore. Qual è la verità? Come un romanzo della Commedia Umana, il processo si dipana così tra la ricerca della verità e le dinamiche di una famiglia proprio come tutte, ma che è costretta a fronteggiare un delitto efferato e inspiegabile.
L'ultimo processo del Presidente Evelina Canale prima della pensione. La mattina del 15 ottobre del 2012 a Roma, nel quartiere La Pisana, un uomo armato assalta un furgone portavalori. A terra rimangono due guardie giurate, e una di loro, Salvatore Proietti, morirà dopo due mesi di agonia. Il responsabile è Manlio Soldani, anche lui guardia giurata della stessa ditta che ha subito la rapina. Ma oggi, viene processata la moglie di Soldani, Clizia Forte. La donna secondo l'accusa è un'abile manipolatrice che avrebbe diretto, indirizzato e istigato il marito a commettere la rapina usando due personaggi inventati, un agente dei NOCS e il fratello. Clizia Forte si oppone con tutte le sue forze a quest'accusa e afferma di essere stata lei la vera vittima di questa tragedia. Ma è credibile?
Continua il processo a carico di Clizia Forte, secondo l'accusa manipolatrice diabolica, secondo la difesa una povera madre di tre figli ingannata e coinvolta in una storia di cui era all'oscuro. Manlio Soldani, il marito, già condannato per rapina e omicidio, la difende. E sostiene di essere stato manipolato da un agente dei NOCS che credeva suo amico, Davide Rissi. L'accusa invece sostiene che il personaggio di Davide Rissi che in realtà si chiama Enrico Simoni, è stato inventato da Clizia Forte per superare le resistenze del marito a commettere la rapina. Ma dov'è la verità?
Alessandro Mathas, un bambino innocente di nove mesi, è morto in un appartamento di Nervi nella notte tra il 14 e il 15 marzo del 2010. Era affidato alle cure della madre Katerina Mathas e di Antonio Rasero, due giovani uniti soprattutto dalla dipendenza dalla cocaina. Chi dei due ha ucciso il piccolo Ale?
A pochi metri dall'autostrada non lontano dal mare, tra Santa Marinella e Ladispoli, c'è una discoteca dove si balla salsa e merengue. In una notte di gennaio, quattro colpi di pistola uccidono uno dei responsabili della sicurezza. Accusato dell'omicidio un uomo di 44 anni della zona con piccoli precedenti penali.
Un Giorno in Pretura ripercorre la storia di Donato Bilancia, il più famoso dei serial killer italiani, morto di recente di Covid nel carcere Due Palazzi di Padova. Tristemente noto come "il mostro dei treni" o "il serial killer delle prostitute", Bilancia era stato condannato a 13 ergastoli per 17 omicidi commessi nell'arco di 7 mesi, tra il 1997 e il 1998. Personaggio enigmatico, ladro di professione, incallito giocatore d'azzardo, aveva iniziato ad uccidere per vendicarsi di sconfitte subite al gioco, per poi passare ad omicidi privi di movente, alimentati solamente da sordida malvagità e misoginia.
Massimo Galioto, clochard e sputafuoco, 45 anni, è stato assolto per la morte del giovane americano Beau Salomon, annegato nel fiume Tevere a Roma, per insufficienza di prove. Ma oggi è di nuovo sul banco degli imputati. Questa volta è accusato di avere aggredito e pestato a morte un senzatetto del suo gruppo, Emanuel Stoica, un ragazzo rumeno che girava il mondo in bicicletta. La tragedia è avvenuta in pieno giorno, sotto il centralissimo ponte Sisto, alla presenza di numerosi testimoni. Ma, nonostante i numerosi testimoni, la difesa sostiene che i fatti siano andati diversamente da come appaiono. Riuscirà Massimo Galioto ad uscire ancora una volta assolto?
Giuseppe Piccolomo è già in carcere per il cosiddetto "delitto delle mani mozzate" quando viene incriminato per l'omicidio della moglie, Marisa Maldera. La donna aveva trovato la morte nell'incendio della sua automobile, in una fredda notte di tanti anni prima, in provincia di Varese. All'epoca gli inquirenti avevano classificato il fatto come incidente, nonostante le proteste delle figlie, che ancora oggi sostengono di conoscere meglio di chiunque il carattere violento di loro padre. Ma la giustizia sarà in grado di sanare le vecchie ferite? Un Giorno in Pretura ripercorre le vicende giudiziarie di Giuseppe Piccolomo fino alla clamorosa decisione della corte di Appello.
La sera del 22 aprile 2016 nello storico quartiere della Sanità a Napoli, una pioggia di proiettili si scatena all'interno di una sala da biliardo a quell'ora piena di ragazzi e bambini. A terra resta un morto, Salvatore Vigna, un ferito grave, Giuseppe Vastarella, e altre tre persone vengono colpite da pallottole vaganti. Nella storia criminale della città verrà ricordata come 'la strage delle Fontanelle'. La lunga scia di sangue ricostruita dalle indagini porta ad una guerra fra clan. Accusati di essere gli autori della strage, nel processo davanti alla Corte di Assise di Napoli, sono il giovane capoclan dei Barbudos, Antonio Genidoni, la moglie, la madre e altri due giovanissimi, Emanuele Esposito e Alessandro D'Aniello.
Lavdije Kruja, detta Dea, avvenente badante di 41 anni, albanese, mentre è in procinto di prendere la nazionalità italiana scompare la mattina del 30 maggio del 2016 da San Colombano al Lambro, in provincia di Pavia. Il suo corpo viene ritrovato dieci giorni dopo nel fiume Po, all'altezza di Piacenza, colpito alla nuca da un colpo d'arma da fuoco. Accusato dell'omicidio è Franco Vignati, ex assessore leghista di Chignolo Po, che con la donna, più giovane di lui di 22 anni, aveva una relazione. L'uomo infatti è l'ultimo ad averla incontrata. L'aveva accompagnata quella mattina a vedere un capannone industriale dove forse avrebbe potuto farla lavorare grazie ad una raccomandazione. Ma era una proposta seria, o come sostiene l'accusa, l'uomo aveva predisposto una trappola mortale per Dea, che lo aveva cacciato di casa?
Finale di Coppa Italia: a Roma infuriano disordini e scontri tra tifosi della Fiorentina e del Napoli. Ma quello che nessuno si aspetta sono degli spari, che nulla hanno a che fare né con la partita né con la rivalità sportiva. Ma secondo i giudici del primo grado Daniele De Santis - storico ultras romanista - ha volontariamente aggredito dei tifosi del Napoli, sparando e uccidendone uno, il giovane Ciro Esposito. La Corte d'Assise d'Appello dovrà riprendere in mano un processo dai molti punti oscuri, a partire dal ruolo dell'imputato, che sostiene di essersi solo difeso dall'assalto di una folla inferocita.
È un'afosa mattina di fine luglio 2015 quando i Carabinieri si presentano a casa di Mauro Guerra, un ragazzo di 32 anni che negli ultimi giorni ha dato allarmanti segni di disturbo mentale. Cercano di convincerlo a recarsi in ospedale, per sottoporsi a dei trattamenti psichiatrici, ma il ragazzo si rifiuta. Inizia un braccio di ferro tra Mauro Guerra e le Forze dell'Ordine, che si concluderà in modo tragico con la fuga del giovane, mezzo nudo, per i campi, dove verrà ammanettato e poi, nel corso della colluttazione che ne segue, ucciso con un colpo di pistola dal Maresciallo Marco Pegoraro. Ma il maresciallo, oggi imputato, ha agito in uno stato di necessità, o ha abusato del suo ruolo?
Soumaila Sacko, era un giovane extracomunitario venuto dal Mali, dove aveva lasciato moglie e figli, per costruirsi un futuro migliore. Viveva nella Piana di Gioia Tauro nella baraccopoli di San Ferdinando, nota alle cronache per le condizioni disumane, e per i continui incendi. Sacko era bracciante e sindacalista molto impegnato. Viene ucciso in un caldo pomeriggio estivo, il 2 giugno del 2018, con un colpo di fucile alla testa, in un terreno vicino Rosarno (località Tranquilla) dove si era recato con alcuni amici per prendere delle lamiere da una vecchia fornace abbandonata. Accusato di omicidio volontario è un agricoltore calabrese di 45 anni, Antonio Pontoriero.
Le tracce di Sonia Marra si perdono molti anni fa in una sera di novembre a Perugia. Studentessa pugliese fuorisede e fuoricorso, Sonia lavorava part-time in un istituto teologico. La giovane non poteva avere nemici, e la sua scomparsa misteriosa mobilita una famiglia disperata ma tenace nel voler scoprire la verità. Le indagini fanno emergere che si era innamorata di un ragazzo poco più grande di lei e che proprio in quei giorni Sonia era molto preoccupata di essere rimasta incinta. La corte d'assise di Perugia dovrà capire se è proprio nel rapporto con l'imputato Umberto Bindella che si può trovare la chiave di una sparizione enigmatica.
Si tornerà sul caso di Sonia Marra, una ragazza come tante, studentessa fuori sede a Perugia, la cui sparizione in un novembre di tanti anni fa può essere spiegata solo con l'omicidio. La procura è convinta che il responsabile sia Umberto Bindella, l'uomo di cui si era innamorata, ma che in aula smentisce di aver mai avuto rapporti profondi con la giovane. La Corte d'Assise di Perugia dovrà vagliare gli indizi, le ipotesi, e anche le false piste che questo caso misterioso ha disseminato nel corso del tempo.
Un giorno in Pretura racconta un processo di femminicidio. La vittima è una giovane ragazza di venti anni, Janira D'Amato, barbaramente uccisa nell'aprile 2017 a Pietra Ligure dal suo ex fidanzato Alessio Alamia, reo confesso. Tramite le voci e i racconti di familiari e amici si ripercorre la storia d'amore tra i due, che appena dopo un anno rivelerà i suoi aspetti più malati. Sarà il desiderio di emancipazione di Janira che vuole costruirsi un futuro lavorando sulle navi da crociera la causa scatenante di questo delitto. Ci troviamo di fronte a un raptus o a una calcolata premeditazione? Secondo la pubblica accusa sì, dal momento che viene anche contestato il reato di stalking. Su questo la corte di Savona è chiamata a giudicare.
Prima che il Parlamento italiano approvasse la legge sul biotestamento, il tribunale di Milano processava Marco Cappato, esponente del Partito Radicale impegnato nei diritti civili, con l'accusa di aver rafforzato e agevolato l'intento suicidario di Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo. Il 25 febbraio del 2017 Marco Cappato aveva accompagnato Fabiano a morire in una clinica svizzera, la Dignitas. Un racconto drammatico, sconvolgente sul perché un uomo sceglie di morire. Un racconto fatto dalle persone che più l'amavano e che gli erano vicino, la madre e la fidanzata. Un racconto in cui la morte è vista come una liberazione e una vittoria.
Seconda parte del processo celebrato nella Corte di Assise di Milano che vede seduto sul banco degli imputati Marco Cappato, accusato di aver rafforzato e agevolato l'intento suicidario di Fabiano Antoniano, conosciuto come Dj Fabo. In aula viene esaminato e valutato il contributo che ha fornito l'imputato per accompagnare Fabiano in Svizzera, dove gli verrà praticato il suicidio assistito. Fabiano per realizzare il suo sogno, ha dovuto sopportare e superare tutti gli ostacoli che si frapponevano fra lui e la morte. Ma Cappato è colpevole oppure no? Dopo una lunga camera di consiglio la Corte di Assise per la prima volta nella storia di Un Giorno in Pretura, uscirà con un'insolita soluzione.
Sono passati venticinque anni. Il 9 maggio del 1997, mentre camminava per i viali dell'Università La Sapienza di Roma, Marta Russo, 22 anni, studentessa di giurisprudenza, fu colpita da un colpo d'arma da fuoco. Un omicidio che lasciò tutto il paese sgomento e attonito, un omicidio gratuito, insensato. Dopo cinque gradi di giudizio, sono stati condannati in via definitiva due assistenti universitari, Giovanni Scattone, a cinque anni per omicidio colposo, e Salvatore Ferraro a quattro per favoreggiamento. Ma l'interesse e i dubbi su questo caso non si sono mai spenti. Numerose negli ultimi anni le inchieste, i podcast, i documentari e i libri scritti per dimostrare che i fatti non sono andati come le sentenze hanno stabilito. Un Giorno in Pretura riparte, in questo doloroso anniversario, ripercorrendo la storia processuale di questa terribile tragedia.
Seconda e ultima parte del racconto dell'omicidio di Marta Russo, avvenuto 25 anni fa nell'Università la Sapienza di Roma, uno dei casi più controversi e discussi della storia processuale italiana. Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro sono stati condannati rispettivamente a 5 anni e 4 mesi per omicidio colposo, e 4 anni e 2 mesi per favoreggiamento. Ma ancora oggi, molti ritengono che la condanna dei due giovani sia stata ingiusta e sbagliata. Il processo è indiziario e l'unica testimone oculare è stata la segretaria dell'istituto di filosofia del Diritto, Gabriella Alletto. La Corte mette quindi a confronto la giovane donna e i due assistenti universitari.
Alle 03:15 del mattino del 26 luglio del 2019, nel pieno centro di Roma, viene ucciso con 11 coltellate il carabiniere Mario Cerciello Rega. I colpevoli vengono catturati nel giro di poche ore, sono Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, due giovani turisti americani. Le indagini svolte dagli stessi carabinieri faticano però a far luce sugli eventi che hanno portato all'omicidio: perché questa è una storia in cui si intrecciano lo spaccio di droga, un furto e un tentativo di estorsione. Un Giorno in Pretura cercherà di far luce sui molti interrogativi che questa storia pone.
Seconda e ultima parte del processo a carico di Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, i giovani americani accusati della morte del carabiniere Mario Cerciello Rega. Si farà luce sui fatti avvenuti a Trastevere nelle ore precedenti al delitto, quando i due turisti si sono rivolti a un cinquantenne romano, Sergio Brugiatelli, in cerca di cocaina. Brugiatelli accompagna i due giovani dallo spacciatore. Molte le cose che non tornano in tutta questa vicenda. Lo scambio avverrà infatti sempre in Trastevere sotto gli occhi di quattro carabinieri fuori servizio, ma non porta a nessun arresto. Gli americani scoprono che la droga era una truffa, e rubano lo zainetto di Brugiatelli. Il furto si trasforma in un tentativo di estorsione. La storia si conclude con l'intervento di Mario Cerciello e del collega Andrea Varriale, avvenuto fuori protocollo.
Renata Rapposelli, una pittrice di 64 anni di Ancona, scompare il 9 ottobre 2017 dopo essere andata a trovare l'ex marito Giuseppe Santoleri e il figlio Simone a Giulianova. Ci si accorge della sua scomparsa solo dopo una settimana e per un caso fortuito. Infatti gli amici della chat del gruppo di preghiera dovevano accompagnarla all'INPS, ma la donna è irraggiungibile. Un mese dopo viene ritrovato il corpo senza vita della donna sulle rive del fiume Chienti. Accusati dell'omicidio sono Giuseppe Santoleri e il figlio Simone che secondo l'accusa, il 9 ottobre l'avrebbero attirata in una trappola per poterla uccidere. Un processo indiziario che si muove all'interno di rancori e di dissidi familiari.
Simone e Giuseppe Santoleri, figlio ed ex marito della pittrice Renata Rapposelli, sono accusati della morte e dell'occultamento del cadavere della donna ritrovata un mese dopo la sua scomparsa sulle rive del fiume Chienti. Tra le innumerevoli dichiarazioni di Simone ai programmi televisivi emergono varie versioni ma soprattutto, tramite le indagini, si scopre che la donna il giorno della sua scomparsa non è mai stata accompagnata al santuario di Loreto, come invece sostengono i due uomini. Una volta arrestati, Simone Santoleri si lascerà andare a delle confidenze con altri carcerati, mentre Giuseppe, il padre, deciderà di ritrattare portando a galla un'altra verità.
Il 25 maggio del 2020, un video caricato su Facebook da una ragazza di 17 anni diventa virale e scatena un'ondata di indignazione mondiale. Sono 9 minuti e 25 secondi in cui viene mostrata una azione di polizia a Minneapolis. Un uomo di 46 anni, George Floyd, è tenuto a terra da quattro agenti di polizia, uno dei quali, l'agente Derek Chauvin, lo uccide schiacciandogli il collo con il ginocchio. Un Giorno in Pretura entra nell'aula del tribunale della contea di Hennepin, in Minnesota, e racconta il processo che ne è seguito.
È la notte del primo luglio del 2016, quando sul lungotevere affollato dalle bancarelle dell'estate romana, si sentono delle urla. Un ragazzo americano, Beau Solomon, è caduto nel fiume. I testimoni raccontano di una lite, sotto un ponte abitato da un gruppo di senzatetto. Ed è proprio uno di loro, Massimo Galioto, a sedere oggi sul banco degli imputati, con l'accusa di omicidio volontario. La testimone chiave è la sua fidanzata dell'epoca. Ma è credibile? Oppure, come sostiene l'imputato, sta cercando di incastrarlo? Una storia tragica che ha colpito per i protagonisti: da un lato un giovane studente americano appena giunto a Roma, e dall'altro il mondo duro e senza legge dei clochard della capitale.
Il 6 settembre 2020, alle 3:20 del mattino viene ucciso senza alcun motivo Willy Monteiro Duarte, un giovane di 21 anni. Accusati della sua morte sono quattro ragazzi, Francesco Belleggia, Mario Pincarelli e i due fratelli Bianchi, Marco e Gabriele. Sarebbero loro quattro che, durante una violentissima aggressione, durata meno di 50 secondi, avrebbero ucciso a calci e pugni Willy, colpevole solo di essersi trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Il processo, attraverso le decine di testimonianze dei ragazzi presenti quella sera, farà luce su un omicidio che per la ferocia degli imputati, e la totale mancanza di movente, ha sconvolto il paese.
La sera del 22 aprile 2016 nello storico quartiere della Sanità a Napoli, una pioggia di proiettili si scatena all'interno di una sala da biliardo a quell'ora piena di ragazzi e bambini. A terra resta un morto, Salvatore Vigna, un ferito grave, Giuseppe Vastarella, e altre tre persone vengono colpite da pallottole vaganti. Nella storia criminale della città verrà ricordata come "la strage delle Fontanelle". La lunga scia di sangue ricostruita dalle indagini porta ad una guerra fra clan. Accusati di essere gli autori della strage, nel processo davanti alla Corte di Assise di Napoli, sono il giovane capoclan dei Barbudos, Antonio Genidoni, la moglie, la madre e altri due giovanissimi, Emanuele Esposito e Alessandro D'Aniello.
Trieste, Casa del Clero. La morte di don Giuseppe Rocco, 92 anni, inizialmente non desta sospetti, sembra un comune incidente. Ma da un piccolo dettaglio, la sparizione di una catenina d'oro che l'anziano prete portava sempre con sé, prendono il via delle indagini che non lasciano dubbi: don Rocco è stato strangolato nella sua stanza nel corso della notte. E i sospetti si addensano sulla figura di don Paolo Piccoli, un prete più giovane con la passione degli oggetti sacri. Possibile che l'assassino sia la stessa persona che ha recitato la benedizione per la vittima?
Chloe Ayling, modella inglese di vent'anni di straordinaria avvenenza, viene rapita l'11 luglio del 2017 a Milano dove si era recata per girare un servizio fotografico. Lo scopo del rapimento sarebbe stato secondo l'accusa la vendita sul Dark Web della ragazza a scopi sessuali. Ma dopo una settimana è lo stesso rapitore, Michael Herba, che non solo la libera, ma la accompagna sino al consolato britannico di Milano. Per l'accusa è un rapimento finito male, per la difesa invece è tutta una messa in scena orchestrata dall'imputato e dalla stessa modella per scalare gli onori della cronaca, diventare famosa e avere successo. Quale sarà la verità?
Busto Arsizio: la mattina del 22 giugno 2011 Eva Sacconago, 27 anni, viene trovata impiccata nella propria abitazione. Il caso sembra semplice: suicidio. In realtà, immediatamente si scopre che le forze dell'ordine erano a conoscenza di uno strano rapporto tra la ragazza e una suora della Chiesa di Sant'Edoardo, suor Mariangela Faré. Partono le indagini che porteranno all'incriminazione della suora per violenza e molestie sessuali, violenza privata e stalking. Tutto sembra sia iniziato all'oratorio quando la ragazza aveva 15 anni e la suora, sua educatrice, 38. La relazione è stata svelata dai diari conservati da Eva, ma contenenti gli scritti a lei indirizzati da suor Mariangela Faré.
Maria Paola Gaglione, una ragazza di 18 anni, muore dopo un drammatico inseguimento in motorino nella notte tra l'11 e il 12 settembre 2020, su una strada ai confini tra Napoli e Caserta. La ragazza quella notte era a bordo dello scooter guidato dal fidanzato, Ciro Migliore. Secondo l'accusa, a spingerli fuori dalla carreggiata sarebbe stato il fratello di Paola, Michele Gaglione, che non accettava, né lui né la famiglia, questa storia d'amore fuori dagli schemi.
Seconda e ultima parte del processo per la morte di Maria Paola Gaglione, una ragazza di 18 anni, che muore dopo un drammatico inseguimento in motorino, sul quale viaggiava insieme al fidanzato Ciro, un ragazzo trans. Ciro rimane miracolosamente illeso, riportando solo una ferita ad un braccio. Secondo l'accusa è stato il fratello di Paola, Michele Gaglione, a spingerli fuori strada quella notte sferrando dei calci sulla scocca, per cercare a tutti i costi di riportare a casa la sorella. Mentre secondo la difesa è stata la velocità a causare l'incidente. Ciro e Paola si amano, ma il loro è un amore diverso, e secondo l'accusa l'imputato, così come l'intera famiglia Gaglione, non riusciva ad accettare questo legame. Michele Gaglione è accusato di omicidio volontario della sorella e di tentato omicidio nei confronti di Ciro, ma l'imputato si difende in aula e giura di non aver mai voluto la morte dell'amata sorella.
Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile sono state per anni le regine delle televendite. Oltre trecentomila italiani le hanno chiamate per dimagrire o ringiovanire grazie alle loro creme, o per diventare ricchi con i numeri del lotto del Mago Do Nascimento. Oggi, grazie a una docu-serie, queste due irresistibili venditrici sono tornate al centro dell'attenzione. Roberta Petrelluzzi torna al 2006 per raccontare il processo in cui sono state condannate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e per dar voce a coloro che di Wanna Marchi e Stefania Nobile si sono fidati, e per questo hanno avuto le loro vite distrutte. Il processo ricostruisce il sistema messo in piedi dalle televenditrici, fatto di sogni e promesse, di raggiri e minacce; un sistema che si basava sui poteri esoterici del "Maestro di Vita" Mario Pacheco Do Nascimento, già condannato e latitante in Brasile.
Il processo ricostruisce il sistema messo in piedi dalle televenditrici, fatto di sogni e promesse, di raggiri e minacce, che si basava sui presunti poteri esoterici del "maestro di vita" Mario Pacheco Do Nascimento, già condannato e latitante in Brasile. Nella seconda puntata dedicata al processo, viene approfondito il ruolo dei centralinisti, coloro che per primi avevano il compito di agganciare le vittime. Si farà luce anche sui poteri millantati dal Mago do Nascimento e si cercherà di capire come sia stato possibile che decine di migliaia di persone siano rimaste intrappolate nella ragnatela tessuta da Wanna, Stefania e il "maestro di vita".
Sono passati molti anni da quando sull'argine ferrarese del Po viene ritrovato il corpo semi carbonizzato di Paula Burci, una diciannovenne rumena. La giovane si prostituiva per una connazionale, Gianina Pistroescu, e per il compagno di lei, Sergio Benazzo. I due, secondo gli inquirenti, avrebbero ucciso la ragazza insieme ad altri sfruttatori, perché lei non voleva più accettare le loro regole. È una storia giudiziaria lunghissima, che ha attraversato due corti, prima a Ferrara e poi a Rovigo, per portare la luce su una triste vicenda di sfruttamento.
Un Giorno in Pretura entra nell'aula di tribunale di Treviso e porta alla luce la storia della morte di Paolo Vaj, un uomo che viveva con la compagna Patrizia Armellin e l'amica di lei, Angelica Cormaci. Le due donne sono imputate dell'omicidio dell'uomo avvenuto in casa nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 2019, e si difendono inizialmente dicendo che la morte è avvenuta in conseguenza a un forte litigio. Ma è andata davvero così? Per accertare i fatti si scava nella vita dei protagonisti e viene a galla un mondo di relazioni intrecciate tramite la piattaforma Second Life, un gioco che per alcuni è diventato così pericoloso tanto da confondere e sovrapporre la vita reale con quella virtuale.
Un'operatrice della casa di riposo Villa Rosanna a Castellamare del Golfo, in provincia di Trapani, denuncia maltrattamenti e violenze subiti nella struttura dagli anziani non autosufficienti. Vengono installate delle telecamere, e dopo due settimane di riprese viene scoperta quella che è stata chiamata la "casa degli orrori". Saranno arrestati il direttore Matteo Cerni assieme alla compagna, la vicedirettrice Rosanna Galatioto e ad altre due operatrici. Davanti al giudice monocratico gli imputati dovranno rispondere di numerosi reati, tra i quali sequestro di persona e tortura ai danni di un'anziana di 90 anni Sara Labita.
Johnny Depp ha denunciato la ex moglie Amber Heard per diffamazione per un articolo sul Washington Post in cui la donna raccontava di aver subito abusi e violenze domestiche. L'attore sostiene che sia tutta una invenzione della donna per rovinargli la vita e la carriera. Chi dice il vero, e chi mente? Difficile scoprirlo di fronte all'abilità e alla capacità di due attori consumati. Uno sguardo inedito all'interno della vita quotidiana delle emozioni, delle gelosie e degli amori di due stelle di Hollywood di fama internazionale. Il processo, celebrato in Virginia, a Un giorno in pretura.
Tribunale di Trapani presieduto dal giudice monocratico Franco Messina. Matteo Cerni, direttore della casa di riposo "Villa Rosanna", è imputato di violenze e minacce ai danni di tre anziani non autosufficienti. Assieme a lui verranno giudicati la compagna Rosanna Galiatoto, vicedirettrice, e le due operatrici Antonietta Rizzo, detta Marianna, e Annamaria Bosco. È il racconto di quotidiani soprusi, di inutili crudeltà, di somministrazione di farmaci calmanti, affinché gli anziani dessero meno fastidio possibile. Ma le violenze e i maltrattamenti secondo la difesa sono stati ingigantiti dai sensi di colpa dei parenti che li avevano abbandonati in quell'ospizio, assolutamente non adatto ad accudire pazienti così malandati e difficili.
Serena Mollicone, una ragazza di 18 anni di Arce scomparve nel nulla il 1 giugno del 2001. Il suo corpo venne ritrovato due giorni dopo in un bosco poco lontano. Era stata colpita al volto, ed era poi morta per soffocamento. Vent'anni dopo, la Procura è convinta di riuscire a dimostrare che la responsabilità della morte della ragazza sia da attribuire a Marco Mottola, coetaneo di Serena Mollicone e figlio dell'allora Comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, e che sia stato aiutato dai genitori a disfarsi del corpo. Secondo il Pubblico Ministero, il Maresciallo Mottola avrebbe compiuto una serie di depistaggi per sviare le indagini da sé e dalla famiglia. Depistaggi che portarono all'arresto del carrozziere Carmine Belli, poi assolto.
Un giorno in Pretura riparte con uno dei casi di cronaca che più hanno appassionato il Paese negli ultimi anni, l'omicidio di Peter Neumair e Laura Perselli. Peter e Laura sono una coppia di insegnanti in pensione che scompare a Bolzano il 4 gennaio del 2021. Le ricerche degli scomparsi tengono il Paese con il fiato sospeso per settimane. Tra le più imponenti mai effettuate, le ricerche coinvolgono un numero impressionante di uomini e mezzi, ma non danno risultati. Per questo gli inquirenti si convincono di trovarsi di fronte non a una scomparsa, ma a un duplice omicidio. Le indagini si concentrano sul primogenito della coppia, Benno Neumair, un ragazzo di 30 anni su cui si indirizzano i sospetti anche della sorella, Madé. Dopo oltre un mese dalla scomparsa, viene ritrovato il cadavere di Laura Perselli, immerso nel fiume Adige, e solo a questo punto Benno confessa il drammatico parricidio.
Dopo oltre un mese dalla scomparsa di Peter Neumair e Laura Perselli, un mese di ricerche e di indagini, Benno Neumair confessa il duplice omicidio. È stato lui il 4 gennaio ad uccidere, strangolandoli con un cordino da arrampicata, entrambi i genitori; è stato lui a caricare il loro corpi in macchina e a gettarli nel fiume Adige, è stato lui a sviare le indagini fino al giorno del suo arresto. Per l'opinione pubblica, che segue il caso con il fiato sospeso, non ci sono dubbi: Benno è un mostro, perché solo un mostro può uccidere a sangue freddo prima il padre e poi la madre. Ma è davvero così? Davvero Benno Neumair è soltanto e semplicemente cattivo?
Sembra una coppia maledetta quella formata da Denny Pruscino e Katia Reginella: i primi due figli affidati ai servizi sociali e il terzo, Jason, sparito nel nulla. Ma presto si scopre che Jason è morto e del suo delitto i due si accusano a vicenda. Un Giorno in Pretura torna nella corte d'assise di Macerata per raccontare il disturbante affresco sociale in cui prende forma un crimine che ha scosso l'Italia. La storia di una famiglia senza pace, rincorsa dai suoi tormenti anche dopo le sentenze definitive.
Chiaravalle, 17 luglio 2018. Alfio Vichi, un signore 90enne, torna a casa verso le 11 del mattino dopo aver passato un po' di tempo a chiacchierare con gli amici di sempre sulle panchine in centro. Al suo arrivo però trova la moglie riversa sul lavandino della cucina in un lago di sangue con la gola recisa. Nessuno riesce a spiegarsi i motivi di un omicidio del genere. Emma Grilli è una signora di 85 anni che vive in una casa popolare, la cui vita si divide tra le faccende di casa e la cura dell'orto. Non ha nemici né ricchezze che possano portare a un omicidio a scopo di rapina. Nell'incertezza degli investigatori si fanno strada i sospetti dei vicini, che si focalizzano su Maurizio Marinangeli, un uomo di quasi 60 anni che vive con la madre nello stesso palazzo della vittima. Marinangeli, che lavora come cuoco nel pub del fratello, incensurato e senza alcun precedente per violenza, è però affetto da ludopatia e alla costante ricerca di denaro.
Due casi accomunati da due passioni fatali, il gioco e l'amore. Si comincia con la fine del processo di Chiaravalle per l'omicidio di Emma Grilli, secondo l'accusa uccisa dal vicino di casa Maurizio Marinangeli, affetto da ludopatia. Le telecamere di Un Giorno in Pretura si spostano a Napoli, per raccontare l'uccisione di Nicola Picone, detto "o minorenne", ucciso a colpi di pistola il 18 ottobre del 2018 nel parcheggio di un benzinaio di Aversa. Accusata dell'omicidio è Rita Mango, soprannominata "a mohicana", ex moglie di un camorrista, travolta da una passione sfrenata per il ragazzo.
Il processo celebrato a Palmi ci racconta della morte di Livio Musco, noto barone di Gioia Tauro, ucciso con due colpi di pistola nella sua casa la sera del 23 marzo 2013. Nel palazzo baronale viveva con lui il nipote che però inspiegabilmente non ha sentito né visto nulla. L'assenza di segni di effrazione porta gli inquirenti a scavare nei conflitti familiari logorati da una eredità rimasta indivisa. Ma siamo nella piana di Gioia Tauro e sullo sfondo emergerà, invece, lo spettro della 'ndrangheta.
Il 13 novembre il Tribunale di Roma ha condannato in primo grado Andrea Piazzolla, factotum di Gina Lollobrigida, per circonvenzione di incapace ai danni della celebre attrice. È l'occasione per ripercorrere il processo dal quale tutto cominciò: quando la Lollobrigida nel 2013 denunciò il faccendiere Francisco Rigau Rafols per truffa, sostenendo che avesse orchestrato ai suoi danni un matrimonio fasullo per diventare suo marito e irrompere poi nell'asse ereditario. Ma è vero che l'attrice non sapeva nulla di questo matrimonio? Oppure dietro a questa denuncia era già in essere una contesa tra Rigau e Andrea Piazzolla?
È la sera del 23 ottobre 2019 quando fuori da un pub di Roma un ragazzo di 25 anni viene sparato alla testa, è Luca Sacchi e accanto a lui, disperata, c'è la fidanzata Anastasia. Luca infatti era intervenuto in difesa della fidanzata, vittima di una rapina. Ma dietro questa tragedia si scoprirà un traffico di stupefacenti per un grosso quantitativo di marijuana. Luca e Anastasia erano coinvolti in questo traffico? Accusati dell'omicidio altri tre giovani ventenni di Tor Sapienza, un quartiere alla periferia sud est di Roma.
Seconda parte del processo per il tragico omicidio di Luca Sacchi, avvenuto la sera del 23 ottobre 2019, fuori al pub John Cabot, in una zona centrale di Roma. Luca viene ucciso da un colpo di pistola alla testa sparato da Valerio Del Grosso, anche lui poco più che ventenne, coinvolto in un traffico di stupefacenti per un grosso quantitativo di marijuana. Del Grosso ha ammesso di essere stato lui a sparare, ma giura che non voleva uccidere Luca Sacchi. Insieme a lui sono accusati dell'omicidio altri due giovani spacciatori di Tor Sapienza, Paolo Pirino e Marcello De Propris.
Anzio, un giorno di fine ottobre. Una donna chiama il 112 per confessare un delitto: ha appena accoltellato nel suo studio di avvocato l'ex compagno, Giuseppe Cardoselli, professionista noto in città. La donna, Mioara Bascoveanu, ha avuto due figlie da lui ed era in causa per il loro affido. La corte di assise di Frosinone deve indagare sui lati oscuri di un rapporto che l'imputata non considerava mai veramente finito, fra continue richieste di denaro e scenate plateali di gelosia. Ma Mioara Bascoveanu era davvero consapevole di quello che faceva o era offuscata dalla furia delle sue ossessioni?
Sulla condanna all'ergastolo di Rosa Bazzi e Olindo Romano per la strage di Erba, si sono scatenate da anni molte polemiche. In occasione dell'apertura del processo di revisione che si celebrerà a Brescia per stabilire se Rosa Bazzi e Olindo Romano sono stati vittime del più clamoroso errore giudiziario della cronaca italiana, Un giorno in Pretura mette a confronto le ragioni che hanno portato alla loro condanna con quelle per le quali oggi se ne chiede l'assoluzione. Una puntata speciale per sottolineare i punti più controversi che sono alla base della richiesta di revisione.
Alessia Pifferi, 36 anni di Ponte Lambro a Milano, è accusata dell'omicidio volontario della sua bambina di 18 mesi. Per andare a incontrare un uomo di Bergamo con il quale aveva una relazione, aveva lasciato la piccola sola in casa per sei giorni. Ma era consapevole delle conseguenze delle sue azioni? Secondo l'accusa sì. Secondo la difesa invece la donna, disoccupata, una serie di relazioni rimediate su internet, secondo la difesa soffre di un grave deficit cognitivo. E, sempre secondo la difesa, avrebbe dovuto essere aiutata allora nel gestire il difficile ruolo di madre, piuttosto che accusata oggi, come un'assassina. Uno spaccato di disagio sociale ed emarginazione.
Laura Ziliani donna di 55 anni scompare a Temù, un paesino vicino Ponte di Legno, l'8 maggio del 2021, il giorno della festa della mamma. A dare l'allarme sono le due figlie, Silvia e Paola, che già avevano perso il padre nel 2012, morto a causa di una slavina durante un'escursione in montagna. Le ricerche, durate settimane, non danno frutti, fino al 8 agosto, quando viene ritrovato il suo cadavere. Accusate dell'omicidio sono proprio le figlie, che insieme al fidanzato della maggiore avrebbero soffocato la madre dopo averla sedata con delle benzodiazepine. I tre indagati confessano l'omicidio prima ancora dell'inizio del processo, ma nonostante questo una fitta nebbia avvolge il cuore di questa drammatica vicenda. Perché tre ragazzi normali, senza precedenti, che mai avevano fatto del male a nessuno, hanno ucciso Laura Ziliani? Cosa ha trasformato questi tre bravi ragazzi in un "trio criminale"?
Nell'estate del 2021, a Busnago in Brianza, un ragazzo disabile denuncia ai Carabinieri una donna per avere drogato e rapinato l'anziano padre. È l'inizio di un'indagine che porta all'arresto di Tiziana Morandi, 47 anni, meglio conosciuta appunto, come "la Mantide della Brianza". Secondo l'accusa, la donna, presentandosi come massaggiatrice su Facebook, avrebbe attirato in casa sua numerosi uomini per poi stordirli con un potente sonnifero e derubarli. L'imputata si dichiara innocente, si descrive come una ingenua, una persona che in vita sua ha fatto solo del bene. Ma sarà vero?
Un giorno in pretura riparte dall'aula del tribunale di Reggio Emilia con il processo per la morte di Saman Abbas, la ragazza pakistana scomparsa a Novellara la notte dell'1 maggio 2021. Gli accusati sono i genitori, lo zio e due cugini. In questa prima di due puntate si ripercorre la storia della ragazza, dal suo arrivo in Italia al suo profondo desiderio di ribellione che porterà Saman a scegliere di vivere in comunità per sottrarsi al matrimonio combinato in Pakistan con suo cugino perché, in realtà, innamorata di un altro ragazzo pakistano che vive in Italia. Una relazione, questa, fortemente osteggiata dall'intera famiglia. Saman lascia la comunità e rientra a casa per recuperare i suoi documenti, una scelta che avrà una drammatica conseguenza.
Seconda parte del processo a carico dei familiari di Saman Abbas, la ragazza pakistana uccisa la notte del 1 maggio 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. La sera della sua morte le immagini riportano la ragazza uscire accompagnata dai genitori verso lo stradello di fronte casa da cui non farà più ritorno. Dalle telecamere di sorveglianza emerge l'inquietante ipotesi che lo zio e i cugini abbiano scavato la fossa dove seppellire Saman il giorno prima. Il principale accusatore è il fratello, che si trova in una difficilissima posizione. Ma le prove emerse saranno sufficienti a condannare madre, padre zio e cugini e accertare la verità?
La mattina del 12 novembre 2016 il corpo senza vita del giovane Vittorio Andrei, rapper romano di talento conosciuto come "Cranio Randagio", viene ritrovato in un appartamento di amici. Aveva solo 21 anni, una storia tragica alle spalle, ed era a un passo dal successo. Stava infatti per uscire il suo primo album prodotto da una casa discografica. Vittorio muore durante la festa di compleanno del suo amico e collaboratore Pierre Bonolis. Sul banco degli imputati siedono molti degli amici del rapper presenti a quella festa. Tutti accusati di aver ostacolato, con bugie e depistaggi, la cattura degli spacciatori che quella notte hanno fornito la droga che ha ucciso Cranio Randagio.
In occasione della Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, Roberta Petrelluzzi racconta il processo per il naufragio dell'11 ottobre 2013 a largo di Lampedusa, nel quale persero la vita 268 migranti, tra cui circa 60 bambini. Sono le 12.39 quando giunge la prima telefonata alla Guardia Costiera italiana da parte di un barcone carico di profughi siriani. La barca è stata attaccata da un commando di libici, sta imbarcando acqua e ha a bordo diversi feriti. Individuata la posizione, però, risulta essere in acque maltesi, e quindi il tempo passa mentre si attende da parte di Malta un intervento, che sarà però tragicamente tardivo. Sono imputati il Comandante Manna della Guardia Costiera, e il Comandante Luca Licciardi della Marina Militare. Accusati di omissione di atti d'ufficio e omicidio colposo plurimo. Potevano intervenire subito, salvando la vita di tante persone?
La storia di Emmanuel Bonsu, uno studente di origine ghanese finito per sbaglio in un'improbabile retata antidroga organizzata dai vigili urbani. Vittima di percosse e di insulti razzisti, sceglie di non rimanere in silenzio e di mobilitare l'attenzione pubblica sul suo caso. Un caso di abuso in divisa che inizia con uno scambio di persona e finisce scuotendo una città tranquilla come Parma. Una storia esemplare che a distanza di anni ancora interroga l'amministrazione della città chiedendo giustizia.
Il 26 agosto del 2016, a Seriate in provincia di Bergamo, viene uccisa poco dopo la mezzanotte Gianna Del Gaudio, un'insegnante in pensione di 63 anni. A trovare il corpo della donna, con un profondo taglio alla gola, è il marito Antonio Tizzani. Il marito sostiene di aver visto, una volta entrato in casa dal giardino, un uomo incappucciato chino sulla borsetta della moglie, di aver provato a inseguire l'assassino senza però riuscire a fermarlo. Gli inquirenti però non credono alla sua versione, e si convincono che sia proprio lui ad aver ucciso la moglie in seguito a un feroce litigio. Dalle indagini emerge un passato burrascoso tra i coniugi, fatto di insulti e violenze, e forse dei veri e propri maltrattamenti. Come sono andate veramente le cose quella notte? È stato Antonio Tizzani a uccidere la moglie in un accesso d'ira o si è trattato di una rapina sfociata in omicidio?
La mattina del 19 aprile del 2012 a Torre Annunziata, una giovane ragazza, Maria Adriana Cerrato, parcheggia la sua auto in uno spazio libero di fronte all'ufficio dove lavora, uno spazio occupato da una sedia. Ma quando torna a prendere l'auto, trova la ruota squarciata. Nasce una lite furibonda con chi aveva abusivamente occupato il posto auto con la sedia, i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella. Giungono in loro soccorso Francesco e Antonio Cirillo e si scagliano contro Maria Adriana e il padre Maurizio Cerrato, che viene ucciso con un'unica, fatale pugnalata al petto. La Corte d'Assise di Napoli deve fare luce sulla vicenda e stabilire le responsabilità degli imputati.
La Corte d'Assise di Torino si trova a ripercorrere un cold case del 1998. Una ragazza albanese che si faceva chiamare Giuliana Vilali, era stata trovata strangolata in un prato dove era solita prostituirsi. Le indagini si erano arenate più volte fra mille difficoltà, sia per identificare la vittima, sia per individuare il possibile assassino. Ma grazie allo sviluppo delle tecniche investigative, il Pubblico Ministero è convinto di riuscire a dimostrare che ad uccidere la donna sia stato Maurizio Minghella, uno dei più spietati assassini seriali che l'Italia abbia mai visto. Un killer schiavo delle sue pulsioni, senza rimorsi e senza pentimenti.
La Corte d'Assise di Nuoro è chiamata a fare luce su due delitti inspiegabili e apparentemente privi di legame a Orune, un paesino nel cuore della Barbagia. Gianluca Monni, uno studente all'ultimo anno di liceo, viene ucciso a colpi di fucile mentre aspetta l'autobus. L'omicidio non è causato da una delle faide decennali che hanno insanguinato queste terre. Secondo gli inquirenti è solo la vendetta di Enrico Pinna, un minorenne dei dintorni che aveva avuto un alterco con Gianluca. Ad aiutarlo, sarebbe stato il cugino Alberto Cubeddu, odierno imputato. Ma la storia è più complicata di quello che sembra, e riguarda anche la sparizione di Stefano Masala, un altro giovane di Nule.
Stefano Masala, un giovane di Nule, è scomparso. Viene cercato in ogni angolo della Barbagia, ma di lui non si troveranno mai i resti. Secondo gli inquirenti sarebbe la vittima collaterale di un altro delitto, incastrato in un piano diabolico il cui vero obiettivo era in realtà Gianluca Monni, un liceale di un paese vicino. Davanti alla corte d'Assise di Nuoro è imputato un altro giovane, Alberto Cubeddu, il braccio destro del cugino Paolo Enrico Pinna: sono accusati di avere ordito il duplice omicidio al solo scopo di vendicare un'umiliazione subita molti mesi prima.
La Corte d'Assise di Appello di Milano deve decidere se confermare la condanna all'ergastolo per Andrea Pizzocolo per l'omicidio di una giovanissima ragazza rumena, Lavinia Ailoaiei, strangolata nel settembre del 2013 in un Motel in provincia di Varese con delle fascette da elettricista. Il ragioniere di Arese ha sempre sostenuto di essere una persona pacifica e non violenta, e di non ricordare nulla di quella notte per le numerose droghe che aveva assunto. Ma per l'accusa, la tesi di Pizzocolo non è altro che un'astuzia difensiva, con la quale tenta oggi di ridimensionare un omicidio brutale e premeditato.
È la notte del 28 ottobre 2021 quando Vincenzo Palumbo, un camionista cinquantenne di Ercolano, esasperato da recenti furti subiti, viene svegliato dai suoi cani. Esce in terrazzo e credendo di aver sorpreso i ladri, spara verso una Panda Bianca. Muoiono così due ragazzi, Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella. Due giovani la cui unica colpa è stata quella di aver sbagliato strada in una maledetta notte d'autunno ai piedi del Vesuvio.
Nel febbraio del 2016 il ritrovamento del corpo della professoressa Gloria Rosboch in fondo a un pozzo nel canavese aveva fatto emergere una torbida storia di raggiri, manipolazioni e bugie da parte di Gabriele De Filippi ai danni della donna, che si era invaghita di lui e gli aveva affidato tutto il patrimonio di famiglia. Quando finalmente si era decisa a denunciare la truffa, era stata strangolata dal ragazzo assieme al suo amante Roberto Obert. Ma è possibile che anche la madre di De Filippi, Caterina Abbattista, abbia contribuito a istigare il figlio a uccidere? Nel processo di Primo Grado la donna era stata assolta per il favoreggiamento nell'omicidio, e condannata per concorso in truffa. In Appello, il nuovo verdetto.