1993. Saverio Barone, un giovane magistrato in servizio a Termini Imerese, in un mix di ambizione e senso del dovere, decide di denunciare al Csm il suo capo, Salvatore Donà, sospettando una sua collusione con la mafia locale. In quei giorni Tony Calvaruso, un giovane da poco uscito di prigione, è in prova per “un nuovo lavoro”: autista personale di Leoluca Bagarella, Don Luchino, il boss a capo dell’ala militare della mafia corleonese. Mafia corleonese che, in quel periodo, è sempre più minacciata dal fenomeno dilagante del pentitismo...
Saverio è nel pool da qualche mese. I colleghi lo trattano con sufficienza e non ha ancora avuto modo di mostrare il proprio valore. Alla fine l’occasione arriva. Elia gli affida un compito: volare in Svizzera insieme al pentito Salvatore Cancemi e recuperare cinque milioni di dollari che il mafioso avrebbe nascosto lì per conto di Bagarella. Don Luchino, intanto, revoca l’ordine d’uccisione del piccolo Di Matteo: il bambino sarà tenuto in ostaggio da Giovanni Brusca in attesa che il padre ritratti. Brusca mal digerisce la decisione ma, per adesso, è costretto a piegarsi.
Saverio ha ottenuto le indagini sul suo primo latitante, Mico Farinella, ma in otto mesi le ricerche non hanno prodotto risultati. Un giorno però accade l'impensabile: viene ucciso un uomo per strada e una testimone fornisce l’identikit del tizio che stava con la vittima. Si tratta di Mico Farinella. Finalmente l'indagine ingrana. Bagarella e Vincenzina ricevono la visita di un vecchio amico, Nunzio Scalera, un ex sicario agli ordini di Bagarella con la passione per le filosofie orientali. Tony Calvaruso, invece, viene coinvolto nella compravendita di alcuni appartamenti.
Saverio, con il supporto dei Carabinieri del capitano Bonanno, riesce a rimettersi sulle tracce di Mico Farinella e, dopo mesi di attesa, alla fine le maglie dell'indagine si stringono rapidamente intorno al boss delle Madonie, fedelissimo di Don Luchino. Ma non è solo la magistratura a minacciare in quei giorni il clan di Bagarella: a Villabate la famiglia Di Peri alza la testa per prendere il controllo del mandamento. Bagarella è costretto a intervenire di persona per ristabilire l'ordine nel suo territorio e porta ai Di Peri il suo ultimatum...
Bagarella ha scatenato la guerra. Una scia di morti tra Corleone e Villabate che cementa la coppia investigativa Mazza-Barone e porta Saverio a passare sempre più tempo fuori casa, nel tentativo di capire cosa sta succedendo. La svolta investigativa la fornisce, Serena, amante di un mafioso vicino ai Di Peri, Salvatore Barbagallo. Serena teme di restare coinvolta in quella guerra di mafia e Saverio prova a sfruttare quella paura a suo favore. A casa Bagarella, Vincenzina è sempre più ossessionata dall’idea che, se non resta incinta, è perché suo marito tiene in catene il piccolo Di Matteo.
Barbagallo si rivela la chiave investigativa giusta. Grazie alla sua confessione Saverio e Mazza possono tentare di smembrare il clan dei Di Peri e, pur senza avvicinarsi a Bagarella, porre fine a quella guerra sanguinosa. Giovanni Brusca è stanco di spargere sangue e decide di affrontare Bagarella: se davvero crede che ci sia un complotto contro i corleonesi, deve provarlo. Bagarella affida la tortura di tale Buscemi ad un suo uomo, Pasquale Di Filippo, proprio allo scopo di fargli confessare il nome di chi sta tramando contro Corleone.
Bagarella, in lutto, decide di sospendere la guerra. Tony ha così l’opportunità di dedicarsi a un nuovo business: un negozio di jeans da gestire insieme a Tullio Cannella. Mazza, intanto, sta battendo una nuova pista su Pasquale Di Filippo, boss di Corso dei Mille vicinissimo a Bagarella. Saverio invece ha visto spuntare, tra le carte dell’indagine, il nome di Lucio Raja, l’uomo che da giovane gli ha insegnato a cacciare. Il passato di Saverio fa breccia nella storia e le piste investigative si dividono. Ma per poco: presto viene fuori che proprio Raja sta aiutando Di Filippo nella latitanza.
L’indagine su Raja ha svelato il covo in cui si nasconde Di Filippo. I nostri mettono il covo sotto osservazione e lo riempiono di cimici, nell’attesa di un elemento che possa portarli a Bagarella. Intanto Don Luchino interrompe il periodo di lutto. Lo fa ordinando l’omicidio di un uomo di Giovanni Brusca, sospettato di “parlare con gli sbirri”. Brusca incassa l’ennesimo atto di sfida di Bagarella senza battere ciglio. Del resto, in questi giorni può guardare con fiducia al futuro: si è appena fatto costruire una grande villa, il castello da cui iniziare la costruzione del suo impero.
Saverio e Mazza hanno nel mirino Tony Calvaruso e il suo negozio. Seguendolo individuano il palazzo in cui, con tutta probabilità, si nasconde Bagarella. La notizia getta Mazza nel caos: quel palazzo è proprio davanti a casa sua. Ma non c’è tempo da perdere: l’assedio ha inizio. Tony sospetta che, proprio in quei giorni, Bagarella si stia preparando a lasciare casa sua, e forse anche Palermo. Preoccupato dall’idea di perdere il negozio, Tony cerca il coraggio per chiedere a Don Luchino cosa abbia in mente per sé e per il loro futuro insieme.
All’arresto di Bagarella, seguono quelli di alcuni dei suoi fiancheggiatori, compreso Tony Calvaruso. In procura esplode la gioia, ma non per Saverio: perché il piccolo di Matteo è ancora prigioniero e lui non ha in mano nulla per arrivare a quel bambino. Per Saverio è il momento più nero. Per Giovanni Brusca è arrivato infine il momento: il capo dell’ala militare di Cosa Nostra adesso è lui. Il boss di San Giuseppe Jato proprio in quei giorni sta espandendo il suo potere: sta acquistando armi ed è entrato nel business del narcotraffico internazionale insieme a dei gangster statunitensi…
Sono passati cinque mesi e Saverio è cambiato: equilibrato, sereno, si sta per sposare. Al centro dell’indagine ci sono gli ultimi uomini a piede libero del dan di Bagarella, dai quali spera di ottenere una traccia che lo porti a Giuseppe Di Matteo. Questi stessi uomini, tra cui c’è anche Lucio Raja, stanno elaborando un piano per far evadere Don Luchino dat carcere. Per realizzarlo però hanno bisogno dell’esplosivo di Giovanni Brusca. Tramite un pizzino dat carcere, il padre di Brusca gli impone di partecipare al piano. Di nuovo Giovanni pare doversi piegare al potere di Bagarella.
Il piano di evasione di Bagarella salta e Brusca può esultare: ora ha un castello, un arsenale, un traffico di droga tutto suo e Don Luchino è fuori dai piedi. L’unica interferenza continua a essere Giuseppe Di Matteo, che Brusca tiene ancora prigioniero ma che non riesce ad affrontare. Saverio sta cercando un modo per convincere Tony a collaborare. Nel frattempo però Raja lo contatta e gli chiede un incontro di persona. Loro due soli. Sa tanto di trappola, ma Saverio, nonostante il matrimonio sia ormai alle porte, non resiste al richiamo esercitato dal confronto con il proprio passato…
Nel giorno del suo matrimonio con Giada, Saverio riceve dal pentito Tony Calvaruso l'indirizzo della villa dove potrebbe nascondersi Giovanni Brusca. Il mafioso, nel frattempo, si trova impegnato su due fronti: da un lato deve risolvere le questioni coi narcotrafficanti del New Jersey, dall'altro deve gestire la situazione di suo fratello Enzo che, sentendosi escluso, comincia a sfidarlo apertamente.
Saverio prova a restare lucido e concentrato nonostante le difficoltà nella caccia ai Brusca. E per farlo ha bisogno del sostegno di Giada: il PM è infatti deciso a non lasciare indietro la sua famiglia, soprattutto in quei giorni di attesa e frustrazione.Intanto, nell’ufficio del procuratore capo Elia, si presenta Francesca Lagoglio, un’agente di polizia in declino che però afferma di avere una solida pista che può condurre gli inquirenti a Bernardo Provenzano.Nel suo nascondiglio, Brusca sente il potere che gli sfugge dalle mani: recluso insieme alla moglie e al figlio, non può occuparsi del narcotraffico né di suo fratello, che se ne è andato, lasciandolo solo nella sua latitanza
Le maglie intorno a Giovanni Brusca si stringono definitivamente quando Saverio mette nel mirino il suo uomo più fidato, Giuseppe Monticciolo, detto Il Tedesco, il mafioso che ha costruito la prigione di Giambascio. I nostri si mettono sulle sue tracce sperando che li porti al suo boss. Ma Saverio non è il solo a voler arrivare a Brusca: Bernardo Provenzano e Pietro Aglieri, si accordano per contattare Brusca e intimargli di interrompere la sua strategia di violenza. Giovanni si trova isolato ancora una volta, anche perché suo fratello Enzo ha cominciato ad affezionarsi molto ad una ragazza, Maria, la quale ignora la sua vera identità
Saverio, cercando di stanare Brusca, usa il pugno duro, tira le reti di anni di indagini e inanella centinaia di arresti nel suo territorio. Poi lo sfida apertamente usando i mezzi di informazione come cassa di risonanza senza preoccuparsi del fatto che, così facendo, mette a rischio non soltanto la sua vita, ma anche quella dei suoi cari, dei suoi colleghi e della sua scorta. Alla furia di Saverio, Brusca risponde con altra violenza. È un animale feroce messo con le spalle al muro e spera che un incontro con Provenzano e Pietro Aglieri possa toglierlo dallo scacco dei PM. Provenzano e Aglieri, però, hanno altri piani per lui
Con l'arresto di Salvatore Cucuzza la caccia di Saverio segna finalmente un risultato importante. Nel suo nascondiglio gli agenti trovano una misteriosa agendina piena di informazioni che porta il pool vicinissimo all'obiettivo. Ma Brusca sta architettando una serie di contromosse volte a depistare le indagini e, per questo, cerca di persuadere suo fratello Enzo a seguirlo senza esitazioni.
La caccia a Giovanni Brusca è giunta alle sue battute finali. Il cerchio degli investigatori si sta stringendo intorno al boss, che è, tuttavia, pronto a riceverli con la complicità di suo fratello Enzo. Saverio deve capire se dare la precedenza al lavoro, oppure provare a raccogliere i pezzi della sua storia con Giada. Il dilemma è reso ancor più difficile dalla presenza di Francesca, che sembra essere molto determinata nel liberare la Sicilia dalla mafia.
La sorte sorride ironica ai magistrati Mazza e Barone: Giovanni Brusca ha deciso di pentirsi nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci. Poco dopo averlo catturato, i due PM sono costretti a offrire all'assassino di Giuseppe Di Matteo e del giudice Falcone degli sconti di pena in cambio delle informazioni di cui è in possesso. Quello che non possono immaginare è che Giovanni Brusca sta giocando la sua partita un passo avanti a loro.
Giovanni Brusca, messo alle strette e abbandonato anche da suo fratello Enzo, decide di pentirsi. Questa volta per davvero. E la prima informazione che dà ai magistrati vale oro: il soprannome del vivandiere di Bernardo Provenzano, una pista per arrivare al vertice di Cosa Nostra. Unita alle informazioni raccolte negli anni da Francesca, questa novità infonde in Barone e Mazza una speranza che credevano di aver perduto.
Il PM Saverio Barone è nel mirino del mafioso Vito Vitale. Per questo motivo, da mesi vive rinchiuso in un bunker nei sotterranei della procura di Palermo, senza vedere la sua ex moglie Giada ma soprattutto senza poter vedere sua figlia Carlotta. C'è anche un altro motivo per cui il magistrato si è isolato: lavorare all'indagine segreta su Pietro Aglieri e Bernardo Provenzano che gli ha affidato il suo capo Elia. I due mafiosi rappresentano una mafia nuova, abile ad insinuarsi negli uffici e nei ministeri, e per questo molto più pericolosa rispetto all'ala "stragista" di Cosa Nostra.
Saverio è stato trasferito in Trentino, in un castello dove alloggiano prefetti e questori in pensione. Il posto giusto per rilassarsi e passare un po' di tempo con la famiglia. Ma per Saverio Barone, stare lontano dal lavoro e dalla caccia a Vitale è impossibile. Così com'è arduo ricucire i rapporti con Giada e con Carlotta, che respinge i suoi abbracci e gli parla a stento. A Saverio non resta che chiedere in ginocchio a Elia di farlo tornare a Palermo.
La caccia a Vito Vitale entra nel vivo: sfruttando la sua amante, la pasticcera Elisa, Saverio tende una trappola al boss mafioso, riuscendo ad arrivare al suo nascondiglio. L'arresto di Vitale, però, è solo una breve parentesi di serenità, perché Saverio si richiude immediatamente nel bunker, ossessionato dall'indagine segreta su Aglieri e Provenzano.
Saverio ha trovato la forza per lasciare il bunker della procura. La sfida più difficile, però, la deve affrontare quando Giada gli affida Carlotta per qualche giorno. Barcamenandosi in un delicato equilibrio tra lavoro e vita familiare, Saverio riesce comunque a portare a casa un grande risultato: ha scoperto che "il Biondo" sarà presente ad un ricevimento contro la mafia. All'evento è stato invitato anche Elia, che lavora come infiltrato per individuare il loro obiettivo.
Saverio è impegnato nella caccia al boss del narcotraffico Pasquale Cuntrera, assieme a Nicola Calipari. I due scoprono tracce del latitante a Fuengirola, nel Sud della Spagna, e vi si recano immediatamente. Lì, insieme a Nicola, Saverio accarezza, per la prima volta dopo tanto tempo, una libertà che in Sicilia non gli è più concessa
Saverio Barone ha deciso di lasciare il pool antimafia. Una volta accertata la determinazione di Paola, che porterà avanti le battaglie in procura dopo che se ne sarà andato, al PM resta una sola cosa da fare: catturare Pietro Aglieri. Il cacciatore ha capito che Provenzano rappresenta il passato mentre Aglieri è il vero pericolo per il futuro.
Aglieri è determinato a vendicare la morte di Davide, uccidendo Bernardo Provenzano. L'anziano ed esperto boss, però, intuendone le intenzioni, gli rivela, sorprendendolo, che sono i suoi contatti politici a Roma a proteggerlo. Intanto Saverio e la sua squadra hanno individuato l'area dove si nasconde Aglieri, ma si tratta di un territorio troppo esteso.