E' il 14 luglio 1998. C'è afa in tutto il Nord Italia. Qualcuno cerca refrigerio sulle sponde del Lago Maggiore. L''acqua lambisce placida l'erba dei prati e gli olmi, disposti lungo le rive, offrono ombre ai villeggianti. C'è un punto del lago in cui un piccolo torrente, il San Giovanni, sfocia velocemente con le sue scarne acque. Sono da poco passate le 16. All'improvviso un grido acuto squarcia quell'atmosfera ovattata; l'erba che lambisce l'acqua del lago è ora irrorata di sangue. Riversa supina c'è una sagoma umana. E' una ragazza giovane, dalla magrezza estrema e che non arriva alla trentina. Sul torace all'altezza del cuore ha conficcato un lungo coltello. Lontano, al largo, c'è invece un uomo che sta solcando a bracciate le acque del lago, cercando in tutti i modi di andare a fondo. E' Marco Mariolini. Un uomo che ormai ha consumato la propria parabola di perversione e violenza. Quella che vi stiamo per raccontare è la storia di una vera e propria ossessione, di un pensiero che non abbandona mai e come un ronzio continuo riempie le giornate anche se queste, agli occhi degli altri, sembrano scorrere tranquille. E' la storia dell'ossessione assoluta per il corpo sofferente delle ragazze anoressiche. E' la storia dell'ossessione di Marco Mariolini