“Sto guardando la terra. È blu” disse Yuri Gagarin, il primo a guardare il nostro pianeta dallo spazio. Eppure, in natura è rarissimo trovare un pigmento che possa riprodurre il blu, colore protagonista di una rimonta affascinante: inesistente nella preistoria, poco amato dai greci e dai romani, nel Medioevo diventa il colore dei re di Francia e del manto della Vergine, delle volte stellate dei mosaici bizantini e dei cieli giotteschi; spopola nel Rinascimento, dove il costo dell’esoso oltremare è molto spesso a carico dei committenti, nei contratti dei grandi pittori. È un colore che attraversa l’intera storia dell’arte e la storia del mondo, raccontata in eccezionali location: dalle pitture parietali del neolitico al blu egizio, dalla Cappella degli Scrovegni a Padova alla Basilica di San Francesco di Assisi, splendidamente dipinta da Giotto con azzurrite. E ancora, la Galleria di Arte Moderna di Roma, che possiede preziosi dipinti in cui il blu è protagonista con Monet e Cezanne.