Il traffico d’armi nel mondo, soprattutto di armi leggere come pistole e fucili, rappresenta un mercato che vale miliardi, anche se non sappiamo quantificarlo di preciso. Ma come il narcotraffico, il mercato delle armi è una questione geopolitica, che riguarda un sistema complesso di organizzazioni criminali, signori della guerra e interi paesi dove tutti quanti collaborano insieme per gli obiettivi più diversi, che ovviamente vanno ben oltre quelli economici. Che siano russi o americani, iraniani o israeliani, si tratta di un mercato geopolitico fondamentale, lecito e illecito, sfruttato da ogni paese che si definisca tale. Quindi, come funziona questo rapporto? Come si struttura una triangolazione come si deve? E soprattutto, le leggi internazionali hanno qualche peso?