Ognuno di noi, si sa, utilizza linguaggi diversi, i cui suoni sono la nostra cultura, i nostri valori, la nostra provenienza e le nostre speranze. Spesso però non è facile capirsi, se non si ha a portata di mano un enorme vocabolario che ci aiuti a tradurre i linguaggi degli altri. E' quello che capita ai nostri medici e infermieri, alle prese con pazienti che parlano lingue sconosciute, come Amal, il giovane extracomunitario che arriva in reparto privo di forze, e di parole comprensibili, o di Jasmine, una bambina che potrebbe salvarsi solo grazie a un intervento, se la sua religione non le impedisse di sottoporsi a trasfusioni. In questi casi, più che di un vocabolario, c'è forse bisogno di una grande forza di volontà, e il desiderio di venirsi incontro per poter trovare un linguaggio e una visione comune. Così Bergamini si mette in gioco in prima persona, mostrandoci per la prima volta il suo lato più umano, e riesce a salvare la vita di Jasmine cercando di spiegare i motivi per cui ha agito. Marco si arma di tutte le tecnologie a disposizione per interpretare le frasi senza senso di Amal, e scopre così che è appena arrivato in Italia come clandestino. Ma anche Danzi deve riuscire a interpretare un linguaggio: quello del silenzio di suo figlio Edoardo che, con grande preoccupazione della madre e delle maestre, continua a non parlare. Non è con l'aiuto di una psicologa che il medico vuole affrontare il problema, ma tramite il linguaggio che lui conosce meglio, quello della ricerca scientifica. L'incomunicabilità invece sembra insormontabile tra Sante Guerrini, anziano generale ricoverato da qualche tempo in reparto, e suo figlio, ragazzo silenzioso e dal carattere meno combattivo di suo padre, eppure non meno forte nello stargli accanto e nel sorreggerlo in maniera nascosta. Anna infine rompe la barriera del silenzio con Andrea e gli dice di essere incinta. L'ex marito però non la prende come sperava: lui quel bambino non lo vuole, e ora che no