A trent'anni dalle stragi di mafia di Capaci e via D'Amelio, Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani, e Salvatore Lopresti, in forze al Reparto Scorte della Questura di Palermo, ripercorrono quei tragici eventi che hanno segnato e cambiato per sempre le loro vite. Rosaria a soli 22 anni resta sola a crescere un figlio di quattro mesi e vede infrangersi i sogni e progetti fatti con Vito. Salvatore, invece, vede uno dopo l'altro cadere i suoi colleghi e amici. Oltre a Vito: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano. Rosaria e Salvatore, ancora oggi, sperano che l'affermazione della verità e della giustizia riescano a mettere fine a quella puzza di tritolo e carne bruciata che ancora sentono
Il secondo capitolo del docufilm "I ragazzi delle scorte" è dedicato alla memoria di Antonio Montinaro, capo scorta del giudice Giovanni Falcone morto nella strage di Capaci insieme alla magistrata Francesca Morvillo, agli agenti Vito Schifani e Rocco Dicillo. La storia di Antonio viene ripercorsa attraverso le parole della moglie Tina Montinaro e del collega e amico Dario Falvo. La giovinezza di Tina, Antonio e Dario scorre, fra momenti felici e difficoltà da affrontare, l'amore e l'amicizia si rinsaldano sempre più fino ad arrivare a quel tragico 23 maggio del 1992. Sia Dario che Tina però reagiscono alla strage decidendo di restare: Dario sceglie di restare in polizia e continuare il lavoro che gli aveva insegnato Antonio; Tina sceglie di non abbandonare Palermo, perché quella era la città che lei e Antonio avevano scelto per costruire la loro famiglia.
Sono 57 i giorni che separano la strage di Capaci dalla strage di via D'Amelio. Luciano Traina, fratello di Claudio, e Giampaolo Blanda, agente della scorta del magistrato Paolo Borsellino, raccontano quei giorni restituendo la cronaca di una morte annunciata attraverso il punto di vista di un giovane ragazzo palermitano, Claudio Traina, anche lui agente della scorta del magistrato.