Uomo politico di primo piano, tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia nel 1921, Antonio Gramsci ha pagato prima col carcere e poi con la vita la devozione alle sue idee, negli anni della dittatura fascista. Insieme con Benedetto Croce, è uno dei massimi intellettuali italiani del Novecento e a tutt'oggi uno dei più studiati nel mondo. Michela Ponzani ne parla con Giuseppe Vacca, storico e presidente dell’Istituto Gramsci, a 'Il Tempo e la Storia'. Attraverso i preziosi documenti conservati presso l’archivio dell’Istituto Gramsci, la puntata ripercorre la storia di Gramsci, intrecciando le vicende dell’uomo nato nella Sardegna poverissima di fine Ottocento e minato nel fisico fin dall'infanzia, poi studente a Torino, quindi sposo e padre, con quelle del raffinato intellettuale giornalista, critico letterario, linguista, teorico della storia. Ma c'è anche il Gramsci politico con le sue idee sulla rivoluzione e i difficili rapporti con Mosca, con Togliatti e col Partito Comunista, fino alla morte a Roma nel 1937. La sua grande eredità morale e culturale è affidata alle 'Lettere' e ai 'Quaderni del Carcere', pubblicati postumi.
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Giuseppe Vacca | Guest Star |