La strage di Piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969, è stato il più grave atto terroristico che l'Italia repubblicana abbia conosciuto fino a quel momento. La bomba esplosa nei locali della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano causa 17 morti e 88 feriti. La puntata ricostruisce il contesto politico di quegli anni segnato dalla cosiddetta "guerra fredda" e dalle tensioni sociali presenti nel Paese. In tale contesto si inserisce l'azione di alcuni gruppi neo-fascisti che, tramite una serie di attentati e con la copertura di settori deviati dei servizi segreti italiani, mettono in atto una strategia tesa a provocare una svolta autoritaria nel Paese. Le prime indagini puntano sulla matrice anarchica dell'attentato: Giuseppe Pinelli muore in Questura durante un interrogatorio mentre Pietro Valpreda viene arrestato e indicato quale esecutore materiale. Entrambi risulteranno estranei alla strage. La svolta investigativa avviene nel 1972 con gli arresti dei leader veneti dell'organizzazione neofascista Ordine Nuovo, Franco Freda e Giovanni Ventura, e di un agente dei servizi segreti, Guido Giannettini. E' l'inizio di una lunghissima vicenda giudiziaria che, attraverso diversi processi, si conclude nel 2005 con una sentenza che individua proprio nei componenti della cellula veneta di Ordine Nuovo i responsabili della strage.