Al centro delle indagini di Alex è la tecnica dell'imbalsamazione: è forse un mezzo per raggiungere, mediante formule e riti antichi, il potere e la supremazia sugli altri uomini? I riflettori si accendono sulle inquietanti figure di Raimondo di Sangro e le sue "macchine anatomiche", Paolo Gorini, Girolamo Segato e la sua "mano di Gloria" e John Dee anche attraverso interviste reali a varie personalità della "cultura" italiana.
Esistono luoghi ad influsso negativo? Sul Canal Grande a Venezia sorge una prestigiosa e forse maledetta dimora denominata Ca' Dario dal nome del suo artefice, Giovanni Dario, che la progettò e la costruì nel 1487. Una lunga serie di proprietari, Marietta Dario, Giacomo Barbaro, Arbit Abdoll, Pippo Giordano Delle Lanze, Fabrizio e Nicoletta Ferrari, Raoul Gardini sono entrati in possesso del fabbricato prima di morire di morte violenta. C'è un legame tra questa catena di morti e suicidi con la posizione della casa e la disposizione del suo arredamento?
Si dice che l'inquisizione, in tempi medievali, si sia macchiata di atrocità, infliggendo torture ai condannati, poi gettati nel "pozzo delle anime". Ma forse, in diverso luogo, sono nascosti orrori più recenti, legati alla liberazione della città di Trieste. Alex attraverso un'iscrizione glagolitica (in lingua croata o slovena) anticipata dalla scritta latina Rotat omne fatum (il destino è mutevole) scopre che nei pressi di San Giusto la chiesa di Santa Maria Maggiore (edificata nel 1683) sembra nascondere una camera sotterranea, detta "rossa" per la tipologia di mattone utilizzato nel costruirla, di quali orrori è stata teatro?
Al centro delle indagini di Alex vi è il triangolo magico dedicato a Satana, Torino-Praga-Lione. È proprio a Torino che indaga sulle possibili zone magiche della città, soffermandosi su un'abbazia sconsacrata che cela inquietanti e antichi misteri. Nel 1784 i monaci che praticavano la chiesa furono sconsacrati per pratiche esoteriche e diaboliche e da allora il luogo è stato frequentato da moderni satanisti.
Grazie alle indicazioni rinvenute da un'anonima videocassetta recapitata per posta, Alex giunge alla montagna di diaspro rosso, nei dintorni di Bardi (Parma). Il luogo si lega al nome di Vincenzo Verzeni, primo serial killer della storia italiana. I suoi omicidi (compiuti tra il 1870 e il 1872) avevano a che fare con la psicosi del vampirismo. Ma Alex scoprirà che alla base del tema stanno eventi più razionali: la rabbia e una malattia clinicamente nota come porfiria presentano, infatti, elementi comuni al mito del vampiro.
Il ritrovamento di due cadaveri mutilati sulle rive del Po, vicino a Rovigo, sembrano dare spazio ad una probabile leggenda metropolitana: testimoni oculari parlano di avvistamenti insoliti in cielo (forse ufo?) e a terra creature antropomorfe, ibridi forse frutto di esperimenti di alterazione genetica? Alex si trova dinanzi ad aberrazioni che sembrano derivare da miti passati, frutto di una fervida e sfrenata fantasia.