Il 6 agosto 1993 viene ritrovato nei pressi della via Salaria un sacco contenente il cadavere di Cinzia Bruno. Grazie alla testimonianza di alcune colleghe di Cinzia, vengono imputati dell'omicidio il marito Massimo Pisano e la sua amante Silvana Agresta; da quel momento i due si professano innocenti e iniziano ad accusarsi a vicenda del delitto. Alla fine saranno entrambi condannati in appello alla pena dell'ergastolo. Franca Leosini incontra Pisano nel carcere di Rebibbia, per sentire la testimonianza dell'uomo, che si dichiara innocente.