Introduzione alla storia, con una breve panoramica delle forze in gioco. In modo rapido ma soddisfacente viene raccontata la situazione del Giappone che fa da scenario alla scena.
Durante una riunione tra Tokugawa e i suoi consiglieri, ci si accorge della presenza di un sarutobi, intento ad origliare i piani del nemico. Tokugawa allora capisce che l'esigenza di eliminare quei pericolosi nemici è diventata troppo pressante per essere ulteriormente ignorata, e incarica Hanzo Hattori e il suo clan di Iga di stanare tutti i Sanada ninja rimasti.
Ma il maestro d'armi di Tokugawa, Tajima di Yaju, si intromette e, nonostante l'irritazione di Hanzo, incarica i propri ninja di dare la caccia al sarutobi spia.
Quest'uomo, ferito e stanco, riesce a fatica a sfuggire nell'immediato ai suoi inseguitori, ma si salva solo grazie all'aiuto di un bambino, che arriva provvidenzialmente in suo soccorso. Questo bambino è proprio Sasuke che, memore del fatto che anche suo padre era un ninja Sanada, non esita a difendere quello che lui considera un compagno.
Sasuke vive da solo con sua madre, a cui è infinitamente affezionato. Una sera bussa alla loro porta un viandante, stanco e affamato. In realtà l'uomo è proprio Ozaru, il padre di Sasuke, che - braccato dai ninja di Hanzo - sta cercando rifugio.
Durante la notte, però, Kaede Hattori (la terribile figlia di Hanzo) e i suoi sicari lo rintracciano, uccidono la madre di Sasuke e cercano di eliminare anche il bambino. Ozaru non riesce a salvare la moglie, ma fa in modo di portare in salvo almeno il piccolo.
Sasuke, non sapendo chi sia in realtà quell'uomo, si ritrova solo e disperato. Ozaru non può ancora portarlo con sè, nè rivelarsi. Tristemente lo indirizza verso un suo conoscente, e se ne va.