L'episodio più triste per gli italiani nella Grande Guerra è senz'altro la disfatta di Caporetto, una tragedia che porta l'esercito a un passo dalla sconfitta e che conta 40 mila tra morti e feriti, 300 mila prigionieri e oltre 400 mila civili in fuga dal Friuli e dal Veneto per sfuggire all'occupazione del nemico. Caporetto segna un punto di svolta: cambiano la percezione della guerra, la natura del conflitto e l'opinione di intellettuali e gente comune. Cade il governo e finisce l'era Cadorna. L'Italia è arrivata a un soffio dalla capitolazione ma troverà la forza di ricostruire il proprio esercito e riprendere l'offensiva proprio sulla linea del Piave, sotto il comando del generale Armando Diaz.
L'episodio più triste per gli italiani nella Grande Guerra è senz'altro la disfatta di Caporetto, una tragedia che porta l'esercito a un passo dalla sconfitta e che conta 40 mila tra morti e feriti, 300 mila prigionieri e oltre 400 mila civili in fuga dal Friuli e dal Veneto per sfuggire all'occupazione del nemico. Caporetto segna un punto di svolta: cambiano la percezione della guerra, la natura del conflitto e l'opinione di intellettuali e gente comune. Cade il governo e finisce l'era Cadorna. L'Italia è arrivata a un soffio dalla capitolazione ma troverà la forza di ricostruire il proprio esercito e riprendere l'offensiva proprio sulla linea del Piave, sotto il comando del generale Armando Diaz.