Nella notte fra il 16 e il 17 luglio del 1989, Luciano Iacopi, 69 anni, un discusso affarista, viene ritrovato morto nel garage della sua villetta a Forte dei Marmi, assassinato da 18 coltellate. I sospetti cadono sulla moglie, Maria Lugia Redoli, cinquantenne appariscente e chiacchierata, e sull’amante di lei, Carlo Cappelletti, 24 anni, ex carabiniere a cavallo. I due si proclamano innocenti e l’Assise li assolve. Ma con un clamoroso colpo di scena, l’appello li condanna all’ergastolo, pena confermata in Cassazione. Oggi sono ancora in carcere, non sono più amanti ma continuano a proclamarsi innocenti.