Il 28 aprile del 1996, nello stato australiano della Tasmania, il giovane Martin Bryant apre il fuoco a Port Arthur, un famoso sito turistico. Uccide 35 persone e ne ferisce 23. Il massacro di Port Arthur ha portato il governo australiano a prendere una decisione drastica sul controllo delle armi che, fino a quel momento, erano considerate “un elemento essenziale del mito nazionale”.