Il combattimento mortale prosegue; l'Uomo Tigre potrebbe utilizzare il 'pugno di ferro' appena sottratto all'avversario ma, tornategli alla mente le parole di Ruriko esita fino a quando non lascia cadere l'arma a terra: dopo molta fatica riesce infine a mandar al tappeto Pitone con il solo uso di tecniche di lotta ammesse. Baba e Inoki rimangono notevolmente impressionati e anche Kenta sembra ricredersi sul suo desiderio iniziale di diventare 'cattivo'.
Ma nel corridoio che porta agli spogliatoi l'uomo mascherato gela le speranze di tutti dicendo chiaramente che quel ha fatto quel giorno è stato solo un 'capriccio': lui è e rimarrà sempre per tutti il Diavolo giallo. Dopo esser tornato all'orfanotrofio Kenta inizia a vantarsi della conversazione avuta con Uomo Tigre, e questo infastidisce Yoshibo, un altro dei bambini, che ha sempre sentito una forte rivalità nei confronti di Kenta.
Il giorno seguente lo scontro finisce con una scazzottata proprio nel momento in cui giunge Naoto il quale propone, invece di quella zuffa, una partita a pallone, durante la quale i due comprendono il valore e l'importanza del lavoro di squadra. Naoto, osservando i due bambini riconciliarsi e tornar subito grandi amici, giura a se stesso di voler provare a combattere contro Tana delle Tigri in maniera corretta e leale.