La prima puntata è dedicata a Papa Giovanni Paolo I. In occasione della sua beatificazione, il 4 settembre a San Pietro, "Ribelli", nella puntata racconta Albino Luciani, soprannominato il Papa del sorriso, già da vescovo di Vittorio Veneto prima e da patriarca di Venezia dopo. Una figura che colpì per la sua vicinanza agli ultimi, perché "Cristo era dalla loro parte". I suoi modi semplici e genuini ruppero gli schemi e fecero discutere. Il suo pontificato durò solo 34 giorni, Papa Luciani morì all'improvviso il 28 settembre del 1978 lasciando il mondo sotto shock. La versione ufficiale, data da Radio Vaticana, parlò di morte per infarto miocardico acuto, ma intorno alla sua morte si sollevarono perplessità. Ma perché Papa Luciani è considerato un papa ribelle?
Tommaso Buscetta, passato alle cronache come il "boss dei due mondi", è il protagonista della seconda puntata di "Ribelli", il programma condotto da Emma D'Aquino. Buscetta, uomo carismatico, primo e vero pentito di mafia, si ribella e tradisce "Cosa Nostra" rivelandone il vero volto e struttura organizzativa, nonché i suoi leader. Le sue confessioni al giudice Giovanni Falcone daranno vita al maxi processo nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone a Palermo il 10 febbraio del 1986. Il più grande processo alla mafia della storia. La sua storia ha ispirato anche il film "il Traditore" con Pierfrancesco Favino di Marco Bellocchio.
Sarà dedicata a Oriana Fallaci la terza puntata di "Ribelli", il programma condotto da Emma D'Aquino. Una donna forte e coraggiosa, ma soprattutto ribelle. Amata e odiata. Protagonista nei grandi conflitti internazionali come inviata di guerra. Famosi i suoi reportages dal Vietnam. Discusse le sue interviste con la storia con leader politici quali Kissinger, Khomeini e Gheddafi. Figlia di un partigiano nella Firenze degli anni della Seconda guerra mondiale, Oriana cresce con profondi valori di libertà e dignità che saranno il marchio di tutta la sua vita professionale e umana. Mai scenderà a compromessi pagando con solitudine e suscitando invidie di colleghi, ma toccando il cuore dell'opinione pubblica. Non si arrende fino alla fine, suscitando polemiche e critiche anche per dichiarazioni accese e di rottura con il sistema. Come dimenticare l'attacco all'Islam dopo l'attentato alle torri gemelle del 2001 urlato nel "rabbia e l'orgoglio".
È Pietro Mennea il protagonista della quarta e ultima puntata di "Ribelli", il programma condotto da Emma D'Aquino. Soprannominato "la freccia del sud", Mennea ha lasciato un segno indelebile nello sport con il record dei 200 metri corsi in 19'' e 72 alle Universiadi di Città del Messico il 12 settembre 1979. Un record ancora imbattuto in Europa. Ma Pietro, grande campione nello sport e nella vita, è stato anche un uomo contro. Ribelle anche nella sua corporatura esile e non da velocista, pieno di grinta e determinazione. Ma, soprattutto, un campione che non è sceso a compromessi e che ha combattuto ingiustizie di un mondo sportivo sempre più sacrificato agli interessi economici in cui i veri valori e la tutela dei giovani atleti vengono in secondo piano.
Il 18 gennaio del 1988 viene rapito a pavia un ragazzo di 18 anni: Cesare Casella. Dopo un anno e mezzo, Angela scende con coraggio nel cuore dell'Aspromonte per sfidare la criminalità organizzata e l'indifferenza dello Stato. Il sequestro del figlio, durato più di due anni, è insieme a quello di Carlo Celadon, uno dei sequestri più lunghi della storia. dopo una lunga battaglia, incatenandosi nelle piazze di paesi come Platì e San Luca, dormendo in un tenda, e con appelli accorati alle " mamme della Calabria", questa piccola ma grande donna, forte come una roccia, riesce a smuovere l'opinione pubblica e scatenare un movimento civile non solo in Calabria, ma in tutta Italia.
Un racconto di Domenico Modugno Mister Volare, del capostipite dei cantautori italiani, l'uomo dei record, dei milioni di dischi venduti nel mondo e dei quattro Sanremo conquistati. Tutta la vitalità e l'esuberanza di uno dei più grandi uomini di spettacolo della nostra storia emerge, insieme alle poco note pagine drammatiche, dall'intervista a Cosimo Modugno, detto Mimì, l'amato nipote del Mimmo nazionale: dal successo mondiale di 'Nel blu dipinto di blu' alle canzoni del repertorio napoletano passando per i successi commerciali di 'Piange il telefono' e 'Il maestro di violino', e poi gli sceneggiati televisivi, il teatro, il cinema. Fino alla malattia e alla incredibile rinascita nell'impegno politico dei suoi ultimi anni per i più deboli e i più fragili.
In occasione del 55esimo anniversario della sua morte avvenuta il 23 settembre del 1968, Ribelli, racconta Padre Pio. Santificato il 16 giugno del 2002 da Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, San Pio rimane avvolto non solo da luci, ma anche da ombre, anche per la vicenda della sorella per molti dimenticata. Nella puntata verrà raccontata anche la storia avvolta nel mistero di Pellegrina Forgione, altra donna ribelle, rimasta incinta fuori dal matrimonio, all'epoca fatto socialmente condannato. Secondo alcuni sarebbe stata allontanata da Padre Pio per questo motivo. Morirà, infatti, da sola di tisi a soli 51 anni a Chieti. La sua tomba al cimitero di Chieti è stata ritrovata dal Fai solo nel 2018. Tanto amato da moltissimi fedeli, Padre Pio è stato perseguitato per decenni dal Santo Uffizio dopo la comparsa delle stimmate.
Una vita fatta di cadute e risalite, fino alla tragica esclusione dal Giro d'Italia del 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio. Marco Pantani, soprannominato "il pirata" è considerato uno dei più grandi ciclisti della storia, le sue scalate sono rimaste nella memoria di tutta Italia. Come dimenticare le vittorie al Giro d'Italia e al Tour de France del 1998 contro il campione russo Pavel Tonkov o contro il "Kaiser" Jan Ullrich. Tanti sono i misteri su quell'esclusione dal Giro d'Italia per un valore di ematocrito di 52', fuori dalla norma. Ancora oggi molti gridano al complotto anche in seguito alle rivelazioni del criminale Renato Vallanzasca nel suo libro "Il fiore del male", in merito a una confessione fattagli da un detenuto in carcere, che quel Giro, il pirata, non l'avrebbe vinto mai. A raccontare Marco Pantani è il giornalista sportivo, e suo grande amico Davide De Zan che ha dedicato la vita per cercare la verità su quel famoso 5 giugno 1999.