Per rispondere a queste domande siamo andati ad Agbogbloshie, in Ghana: la più grande discarica elettronica del mondo. Un luogo che sembra uscito da un film distopico, ma è fin troppo reale. Qui, ogni giorno, migliaia di uomini, donne e bambini vivono, e sopravvivono, smontando a mani nude i rifiuti elettronici provenienti da tutto l’Occidente. Senza protezioni. Senza alternative. Respirando fumo tossico, camminando su plastica bruciata, cercando metalli da rivendere per qualche spicciolo. Ma questa non è solo una storia sull’inquinamento. È una storia di ingiustizia, di consumo cieco, e di un sistema globale che scarica il suo costo sulle spalle dei più fragili. L’obiettivo è semplice ma potente: combattere il lavoro minorile e adottare a distanza più bambini possibile, restituendo loro un diritto che dovrebbe essere scontato ovunque: quello a un’infanzia sicura.