L’invenzione della stampa a caratteri mobili è attribuita a un’intuizione dell’orafo di Magonza Johannes Gutenberg, verso la metà del XV secolo. A “Passato e Presente”, Paolo Mieli ne parla con il professor Alessandro Barbero. Fino a Gutenberg, la realizzazione dei libri era opera del lavoro meticoloso degli amanuensi, che copiavano i testi parola per parola. La precisione del risultato non sempre era garantita, inoltre la lavorazione era lenta e i costi troppo elevati. Sperimentando una lega di piombo, stagno e antimonio, Gutenberg forgia caratteri singoli che, combinati su una tavola a formare i testi desiderati, possono essere riutilizzati all’infinito, fornendo per ogni pagina il numero di copie desiderato. Con questa tecnica, economica e veloce, Gutenberg inizia a stampare i primi donati e i primi calendari, poi, finalmente, nel 1455, la Bibbia. È il primo libro stampato in Occidente e apre la strada alla diffusione della cultura anche fuori dai castelli e dai monasteri. Innescando una progressiva democratizzazione del pensiero, l’invenzione della stampa segna una tappa fondamentale nel passaggio dal Medioevo all’Età Moderna.
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Alessandro Barbero | Guest Star |