La fine del primo conflitto mondiale vede nascere e crescere un po’ ovunque le associazioni di combattenti e i gruppi di veterani. Quando nel 1919, a Milano, Mussolini fonda i Fasci Italiani di Combattimento, vi confluiscono anche molti ex combattenti. E, con l’obiettivo di interpretare le aspirazioni nazionalistiche italiane, dentro e fuori confine, nel 1921 vengono aperti i primi fasci di combattimento all’estero: Lugano, Londra e, nel maggio dello stesso anno, il fascio di New York. Una realtà che Paolo Mieli e la professoressa Giulia Albanese analizzano a “Passato e Presente”. La propaganda accende l’entusiasmo di alcuni italo-americani, ma l’interesse per la fascistizzazione degli emigrati maturerà in Mussolini solo dopo la fondazione del Partito Nazionale Fascista e la Marcia su Roma del 1922. Con il successo politico del Pnf e la nomina di Mussolini a primo ministro, gli italiani nel mondo credono di vedere per l’Italia un futuro tra le grandi potenze mondiali. Fasci di combattimento nascono un po’ ovunque: Alessandria, Salonicco, Parigi, Berlino, Il Cairo, Smirne. Aumentando il consenso oltre confine tra i veterani, le élites professionali e le classi medio-basse, anche molti giornalisti e scrittori stranieri cominciano a parlare del leader italiano e delle sue camicie nere come di un esempio da seguire e da emulare.
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Giulia Albanese | Guest Star |