Il 17 settembre 1985 il conduttore tv Enzo Tortora viene condannato a dieci anni di carcere. Un beniamino del pubblico, colto, garbato, elegante, finisce in galera da innocente. La macchina della giustizia diventa un tritacarne, e l'opinione pubblica si trasforma in una macchina del fango. Gli italiani si dividono tra chi assapora Il gusto di veder crollare un uomo di successo e i pochi che non credono alle accuse. 1768 giorni dura il calvario di Enzo Tortora dall'arresto alla morte per un tumore. Per il più grande errore della storia giudiziaria italiana nessun colpevole e nessuna conseguenza: i magistrati dell'accusa hanno fatto carriera, i pentiti sono stati scarcerati. A raccontare l'orrore di una giustizia ingiusta è Raffaele Della Valle, amico e avvocato difensore di Enzo Tortora.