The story of Meyer Lansky, an associate of Lucky Luciano who was linked to criminal financial operations, but the FBI struggled to pin anything on him - or find his riches.
Meyer Lansky era un uomo misterioso: sobrio e con una parlata tranquilla, ma ambiguo, spietato e immensamente potente, tanto che si presume che il carattere di Hyman Roth nel film “Il Padrino II” sia stato basato proprio su su di lui. Un personaggio che il governo degli Stati Uniti non è stato mai in grado, nonostante i ripetuti tentativi, di incastrare, attaccando il suo patrimonio. Eppure, quando morì nel 1983, Lansky ha lasciato quasi senza soldi la sua famiglia. Lo racconta il nuovo appuntamento con “Diario Civile. I Padrini”, in onda venerdì 3 febbraio alle 21.10 su Rai Storia.
Nato al confine russo-polacco, arriva in America all'età di otto anni per fuggire insieme alla sua famiglia dall’antisemitismo. I Lanskys si stabiliscono nel Lower East Side di Manhattan ed è qui che Lansky fa due amicizie chiave: con Benny "Bugsy" Siegel, con il quale forma il Bug e Meyer mob; e con Charles "Lucky" Luciano, figura chiave nella creazione del moderna mafia americana.
Dalla metà degli anni 1930 la sua principale attività per fare soldi è il gioco d’azzardo. Brillante matematico contribuisce a trasformare nel 1950 L’Avana in un parco giochi per l'elite degli Stati Uniti, ma quando la dittatura cubana vienerovesciata da Fidel Castro nel 1959, perde una fortuna.
Muore innocente lasciando dietro di sé la domanda: genio del crimine o vittima della propria leggenda?