Nella prima puntata ci sarà la collaboratrice di giustizia Anna Carrino, per trent'anni è stata la compagna di Francesco Bidognetti, boss dei Casalesi, il clan di camorra che ha minacciato Saviano e lo ha costretto a una vita sotto protezione. A lei lo scrittore ha potuto domandare: perché il clan dei Casalesi mi ha condannato?
Nella seconda puntata ci sarà la testimone di giustizia Piera Aiello, vedova di mafia che si è ribellata a Cosa Nostra denunciando gli assassini del marito. La storia di Piera Aiello ci porterà a ricordare anche il giudice Paolo Borsellino, che la accompagnò nel suo percorso di testimonianza, e sua cognata Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia italiana, morta suicida all'età di 17 anni dopo la strage di via D'Amelio.
Nella terza puntata un esclusivo faccia a faccia tra Roberto Saviano e Giuseppe Misso, boss del Rione Sanità, oggi collaboratore di giustizia. Negli anni Novanta fondò uno dei più potenti e feroci cartelli criminali di Napoli. È stato condannato per associazione mafiosa, eppure ha sempre rifiutato l'etichetta di camorrista.
Nella quarta puntata l'incredibile storia di Maria Monti ci porta a conoscere una delle attività più affascinanti e rischiose che esistono: l'agente sotto copertura. Cosa si prova a diventare un insider quando si è dall'altra parte della barricata. Maria Monti è la prima agente di polizia italiana infiltrata in un'organizzazione criminale.
Collaboratori di giustizia, testimoni e giornalisti minacciati dalle mafie sono le porte di accesso al mondo oscuro del crimine italiano e straniero. Racconto e intervista si fondono per portare lo spettatore a scoprire da vicino l'universo sotterraneo del crimine. Nella prima puntata Roberto Saviano incontra per la prima volta il killer di Cosa Nostra Antonio Patti che, affiliatosi nel 1979 alla mafia siciliana attraverso il rito della "punciuta", ha vissuto in prima persona la guerra di mafia tra i vecchi padrini marsalesi e gli emergenti boss corleonesi guidati da Totò Riina: dopo aver deciso di diventare collaboratore di giustizia, ha confessato 38 omicidi.
Collaboratori di giustizia, testimoni e giornalisti minacciati dalle mafie sono le porte di accesso al mondo oscuro del crimine italiano e straniero. Racconto e intervista si fondono per portare lo spettatore a scoprire da vicino l'universo sotterraneo del crimine. In questa puntata la prima pentita della mafia garganica, RosaDi Fiore. Roberto Saviano ripercorre insieme a lei, l'evoluzione della cosiddetta "quarta mafia", un'organizzazione criminale ferocissima e per molto tempo sottovalutata, che da decenni insanguina il promontorio pugliese. Dal 2004 la collaboratrice di giustizia vive in una località segreta con i suoi quattro figli, avuti da uomini appartenenti a due famiglie rivali: la sua scelta di collaborare con gli inquirenti ha salvato questi ragazzi dalla legge non scritta della vendetta.
È possibile trovarsi faccia a faccia con le organizzazioni criminali anche senza farne parte, o senza aver scelto per professione di perseguirle. Come nel caso dei giornalisti minacciati dalle mafie, che lottano con l'unica arma di cui dispongono: la parola. La loro esperienza di coraggio e resilienza è un esempio di come la lotta contro il crimine possa essere condotta anche al di fuori delle Istituzioni. In questa puntata Roberto Saviano dialoga con la giornalista Rosaria Capacchione, sotto scorta per il suo lavoro di cronista giudiziaria e per la sua attività contro la camorra, e ancora Enzo Palmisano, un giornalista perseguitato dalla camorra che fu allontanato dal giornale su pressione del clan locale.
Roberto Saviano ripercorre la storia di Don Peppe Diana, il sacerdote ammazzato dalla camorra a 35 anni, il giorno del suo onomastico, nella sua chiesa a Casal di Principe. Grazie alla voce del testimone oculare del suo omicidio, Augusto Di Meo, che ha infranto le leggi dell'omertà è stato possibile assicurare gli assassini di Don Diana. La storia di questo sacerdote coraggioso è la storia di un'intera comunità tenuta in scacco per anni dalla violenza della camorra, che dopo aver visto scorrere il sangue dell'ennesimo innocente, un uomo di fede, ha deciso di alzare la testa e affrontare l'oppressore. Grazie alla voce del testimone oculare del suo omicidio, Augusto Di Meo, che ha infranto le leggi dell'omertà e si è battuto per assicurare alla giustizia gli assassini di Don Diana.