1973. Il Colonnello dalla Chiesa, comandante della Legione di Palermo, viene nominato Generale e trasferito a Torino insieme alla famiglia. La città è attraversata da tensioni e manifestazioni operaie. Ma c’è un gruppo di estremisti che da subito preoccupa dalla Chiesa più degli altri: le Brigate Rosse. Le loro azioni sempre più violente culminano nel sequestro del giudice Mario Sossi. Dalla Chiesa ottiene dal Ministro dell’Interno il permesso di formare una struttura nuova, il Nucleo speciale antiterrorismo. Tra i ragazzi scelti dal Generale, spicca un giovane pugliese, Nicola.
Il lavoro del Nucleo, nonostante l’entusiasmo e i metodi innovativi del Generale, parte in salita. Hanno pochi mezzi, sono guardati con sospetto all’interno dell’Arma, ma soprattutto non riescono a portare quei risultati immediati che a Roma pretendono da loro. Dalla Chiesa decide di infiltrare nell’organizzazione Frate Mitra – al secolo Silvano Girotto – un prete rivoluzionario. Grazie a lui, vengono individuati i capi brigatisti Curcio e Franceschini.
Curcio e Franceschini vengono arrestati dal Nucleo, ma l’utilizzo di Frate Mitra trascina con sé molte polemiche. L’aggressione delle Brigate Rosse allo Stato non si ferma, ma anche le indagini del Nucleo. Durante l’irruzione in un covo brigatista resta ucciso un componente della squadra del generale. Curcio viene fatto evadere dal carcere dalla sua compagna di lotta, Mara Cagol, che poi cade in uno scontro a fuoco con i carabinieri.
Le ultime tragiche evoluzioni del lavoro del generale spingono i vertici dell’Arma a chiudere il Nucleo antiterrorismo. Dalla Chiesa è privo di incarichi, ma continua a restare in contatto con i suoi ex uomini che riescono ad arrestare di nuovo Curcio. Le Brigate Rosse non si fermano e, con l’uccisione del giudice Francesco Coco, compiono il primo delitto pianificato. Inizia una lunga stagione di sangue. Dalla Chiesa viene incaricato di dirigere le carceri. Logorata dalle preoccupazioni, Dora muore di infarto. Il generale adesso è solo. Il rapimento e l’uccisione a Roma di Aldo Moro scuotono il Paese. Lo Stato deve rispondere. Il generale viene chiamato a ricostituire il Nucleo.
Gli uomini di dalla Chiesa scoprono a Milano il covo di via Monte Nevoso. All’interno dell’appartamento trovano l‘archivio delle Brigate Rosse e le carte del Memoriale Moro. Dalla Chiesa è accusato di averne occultato alcune e si scatenano polemiche feroci. Mentre gli omicidi dei terroristi si moltiplicano, dalla Chiesa prepara un blitz per arrestare uno dei più importanti capi delle Brigate Rosse: Patrizio Peci.
Dopo essere sfuggito al primo blitz, nel febbraio del 1980 Peci viene arrestato. Dalla Chiesa lo convince a collaborare. Peci gli fornisce l’indirizzo di tre covi. L’irruzione in uno di questi, in via Fracchia a Genova, si conclude con la morte di quattro brigatisti e il ferimento di un carabiniere. Scoppiano nuove polemiche. Dalla Chiesa conosce una giovane crocerossina, Emanuela Setti Carraro.
Dalla Chiesa presenta Emanuela ai figli, ma il suo momento di serenità dura poco. I terroristi uccidono il generale Enrico Riziero Galvaligi, suo amico e collaboratore. Scoppia lo scandalo P2. Emerge che, in un momento di debolezza, dalla Chiesa aveva fatto richiesta di iscrizione. Il fratello di Patrizio Peci viene rapito per vendetta. Dalla Chiesa, con il pretesto di una promozione, viene allontanato dagli incarichi operativi.
Sotto la guida del nuovo capo, Giovanni Senzani, i terroristi processano e uccidono il fratello di Patrizio Peci. Ma sono gli ultimi colpi di coda di un’organizzazione colpita dalle dichiarazioni dei pentiti e ormai destinata alla sconfitta. Siamo nel 1982 e dalla Chiesa accetta di tornare a Palermo come prefetto per riprendere la lotta contro la mafia. Gli vengono promessi poteri speciali, che però non diventeranno mai effettivi. A Palermo il Generale è solo. Il 3 settembre 1982 viene assassinato dalla mafia insieme a Emanuela in via Carini.