Artista dalla voce preziosa e di velluto, Billie Holiday, nata Eleanora Fagan, diventa una delle voci più riconoscibili negli States, tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Il successo non le fa dimenticare una giovinezza tormentata, che include le botte, il carcere, lo stupro. Dipendente dall’eroina e per questo nel mirino dei federali, Billie applica sulla sua pelle e sulla sua anima d’artista un brano, Strange Fruit, che le ricorderà per sempre le angherie e le umiliazioni subite dalla sua gente, tra linciaggi e razzismo, in un’America lacerata dalle sue contraddizioni…