Vitalino Morandini, nell’Italia degli anni Cinquanta, terrorizza le notti delle campagne lombarde. L’uomo, dall’infanzia difficile e vocato sia al furto che alla fede totale nel Signore, uccide uomini, donne e bambini, massacrandoli senza pietà, pur di scucirgli un po’ di danaro. Irrompe nelle abitazioni, in contesti agresti, quando calano le tenebre; arriva, implacabile, a dettare la legge della violenza. Un bel paradosso, considerato che sin da piccolo lo chiamano «l’Angelo», proprio per la sua cieca dedizione al regno dei Cieli… Una volta catturato, confessa alla giustizia che uccidere è «come tirare il collo alle galline».