Iniziano le indagini sul killer turco Mehmet Ali Agca, che ha sparato al Papa mercoledì 13 maggio 1981. In carcere Agca, che appartiene al gruppo terrorista dei "lupi grigi", dichiara di essere maltrattato in carcere in violazione del diritto internazionale, dicendosi pronto allo sciopero della fame. Condannato all'ergastolo, rifiuta di ricorrere in appello, ma poi, desideroso di parlare col giudice che ha deciso di riaprire l'istruttoria, non vedendo accontentata la sua richiesta appicca un incendio in cella. In seguito, Agca chiede di essere consegnato allo Stato del Vaticano, minacciando in caso contrario di uccidersi, e infine, dopo un colloquio coi servizi segreti, si dichiara pentito.
Agca afferma che avrebbe dovuto uccidere Lech Walesa, capo di Solidarnosc, con una bomba a radiocomando. Sergei Antonov, indicato da Agca, viene arrestato, ma si dichiara innocente. Agca conosce molto bene le abitudini di Antonov e dice di conoscerlo, ma sembra ripeta le informazioni contenute in un dossier, e inoltre tornerà a smentire tutto ciò che ha detto. Anche il rapimento di Emanuela Orlandi sembra in qualche oscuro modo intrecciato alle vicende dell'attentato al Papa.