A cinquant'anni dal primo Gay Pride, La Grande Storia ospita il racconto dei "Moti di Stonewall", la notte in cui, a New York, nacque il movimento di liberazione omosessuale che dall'America si diffuse in tutto l'Occidente. E ricorda le tappe che hanno segnato il cammino della "questione omosessuale" in Italia. Con le testimonianze di Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay, e di Angelo Pezzana, degli attori Leo Gullotta e Carlo Gabardini e di Liana Borghi, Francesca Vecchioni, Gabriele Piazzoni e Fabrizio Marrazzo. Era la notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 quando la polizia di New York irruppe allo Stonewall Inn, uno dei punti di riferimento della comunità omosessuale della Grande Mela. Era un piccolo locale di Cristopher Street, nel cuore del Greenwich Village, frequentato soprattutto da giovani gay, lesbiche e travestiti, tartassato periodicamente dalle forze dell'ordine. In quegli anni non c'era nessun movimento gay in America, solo qualche piccola associazione che non osava turbare la sensibilità dominante. Il "Manuale diagnostico e statistico" dell'Associazione americana di psichiatria definiva l'omosessualità come una malattia mentale. La sera del 27 giugno allo Stonewall era in corso una festa e il locale era particolarmente affollato. Verso mezzanotte arrivò la polizia, manganelli in mano, con il pretesto di verificare la licenza di vendita degli alcolici. I clienti vennero fatti uscire uno a uno, i travestiti fermati. Ma quella notte, per la prima volta, qualcuno reagì. E in pochi minuti una folla di centinaia di persone, non solo clienti dello Stonewall, ma anche giovani accorsi dai dintorni, bloccò i poliziotti all'interno del locale e fronteggiò l'arrivo dei rinforzi. Quella notte nacque il movimento di liberazione gay che si diffonderà in tutto l'Occidente.