Dopo aver studiato alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Palermo, Libero Grassi proseguì l’attività commerciale del padre. Ma si dedicò anche alla politica, prima scrivendo articoli per vari giornali, poi partecipando anche attivamente. Fu preso di mira da Cosa Nostra, che pretese il pagamento di un pizzo, ma si oppose coraggiosamente uscendo allo scoperto e denunciando i suoi estorsori. Pagò con la vita la sua “ribellione”: la mattina del 29 agosto 1991, mentre si recava a piedi al lavoro, fu ucciso con quattro colpi di pistola. A Libero Grassi fu dedicata la Medaglia d’oro al valor civile.