Raul Gardini, imprenditore italiano, nasce a Ravenna nel 1933 e muore a Milano 60 anni dopo, per suicidio, mentre le indagini che lo riguardano nell'ambito di Tangentopoli si stanno sempre più concentrando su di lui. APPROFONDIMENTO La carriera di Gardini comincia alla Ferruzzi, impresa agroalimentare che commercia cereali. Giunto alla sua guida nel 1979, dopo la morte del fondatore (di cui Gardini era genero, avendo sposato la figlia), la estende alla soia e allo zucchero, la converte sul piano industriale e riesce a farne addirittura la seconda più grande azienda italiana (dopo la FIAT). Gli anni Ottanta sono quelli del successo, quelli della sua preminenza nel salotto buono della finanza milanese, nonchè quelli della sua scalata alla Montedison, il principale polo chimico privato in Italia. Poi, nel 1989, con una ardita operazione di joint venture, unisce la Montedison alla statale Enichem per fondare ENIMONT (il cui nome è appunto una crasi dei due nomi). Ma le circostanze e i controversi intrecci con la politica lo forzano poi a vendere il suo 40% all'ENI, lasciando l'Enimont. Intanto la Ferruzzi è in crisi e lui ne viene improvvisamente estromesso, nel 1991. Il 20 luglio 1993 si suicida in carcere Gabrielle Cagliari, presidente dell'ENI, suo rivale nella vicenda Enimont. La cosa evidentemente ha un grande impatto su Gardini, che, forse sentendosi definitivamente accerchiato dalle indagini, commette suicidio tre giorni dopo, il 23 luglio 1993. Si tratta, naturalmente, di uno degli momenti più tragici e significativi di Tangentopoli. Ripercorriamo dunque con varie testimonianze l'ascesa e il declino di Raul Gardini, l'ultimo imperatore, un imprenditore che tra l'altro si era distinto anche nelle regate a vela, tanto che la barca da lui finanziata, Il Moro di Venezia, nel 1992 era giunta sino alla finale della prestigiosa "Coppa America", disputata a San Diego.