Giuseppe Lojacono viene trasferito nel commissario più decadente di Napoli, Pizzofalcone, dove alcuni ex poliziotti sono stati arrestati per rapporti con la camorra. Giuseppe è molto rispettoso della legge, a differenza del carattere un po' lascivo e flemmatico dei colleghi, e immediatamente si immischia nel primo caso di omicidio che non compete più a Pizzofalcone. Una donna, moglie di un notaio salernitano, è morta in casa uccisa da una palla di vetro da collezione hawaiana. Sulle prime Giuseppe pensa che il notaio l'abbia uccisa per vivere la sua relazione extraconiugale con una bella ragazza, ma non è così. Si scoprirà che è stato l'autista personale, innamorato segretamente della donna, a comprarle la palla, volendo fuggire con lei, e al suo rifiuto, preso da un raptus, a colpirla mortalmente. La risoluzione del caso permette al questore di Napoli di tornare ad avere fiducia su Pizzofalcone, con nuove prospettive per il futuro.
L'autista di due ricche anziane signore è trovato morto all'ingresso della villa. Giuseppe indaga, ma le due vecchie sembrano molto confuse nel descrivere la vita privata del loro autista. Giuseppe allora scopre che il defunto era uno spacciatore da poco uscito dal carcere, che con la complicità di un secondo uomo, si era macchiato dell'omicidio di tre ragazzi a una festa, per aver distribuito droga tagliata male. Grazie alla fotografia di una delle vittime, presente nella nobile villa, Giuseppe scopre che era la nipote della proprietaria, e arriva a sospettare che sia stata lei, con la complicità di amiche, ad offrire apposta il lavoro all'ex spacciatore per vendicarsi.
Giuseppe vede arrivare nella sua vita la giovane figlia diciassettene , con cui non ha un rapporto molto facile, perché troppo protettivo, mentre lei vorrebbe più spazio e comprensione, specialmente per il fatto di essere etichettata come "figlia di un mafioso", per il fatto del trasferimento immediato del padre da Palermo. Il nuovo caso di omicidio vede Giuseppe implicato nella misteriosa morte di una giovanissima ragazza delle pulizie in un condominio. Inizialmente si sospetta del marito, successivamente di un ragazzo figlio di buona famiglia, dove la vittima lavorata, successivamente cacciata per la scoperta della madre della presunta relazione. Tuttavia il vero assassino è la moglie di un uomo, padre di un bambino, il quale intratteneva una relazione amorosa con la vittima, usando il telefono dell'anziana madre per non farsi scoprire dalla consorte. Alla fine si scopre però che non è stata la donna ad uccidere la ragazza (che lei aveva solo tramortito), ma il marito dell'ex portinaia, che, accorso dopo l'accaduto, aveva tentato di violentare la ragazza incolume, e al suo rifiuto l'uomo l'ha strangolata.
Giuseppe Lojacono indaga sull'omicidio di due fratelli giovanissimi: ragazzo e ragazza, provenienti dalla Calabria. Gli amici della vittima dicono di aver sentito delle grida di lite la notte dell'assassino, e così Giuseppe si concentra nrll'interrogare il ragazzo della fanciulla uccisa, perché descritto come violento. Tuttavia il giovane si dimostra innocente e così le indagini si spostano sul pluricondannato genitore selle vittime, anche lui descritto come persona violenta e insoddisfatta del lavoro dei figli perché legato ai vecchi canoni d'onore del sud. Infatti suo figlio era ricercatore all'Università Orientale di Napoli, e sua sorella faceva la fotomodella, ma solo per guadagnare la semplice somma di 3,700 euro. Giuseppe è messo alle strette perché il caso non si risolve, e il commissariato rischia di essere affidato alla supervisione di un viscido sottoposto del questore capo. Dopo che anche il padre, rischiando l'arresto, viene dichiarato innocente perché fuori la casa del delitto quella notte, i sospetti cadono sul ricco amico della vittima che studiava medicina: figlio di un influente professore universitario, Giuseppe scopre che il giovane è sempre stato geloso della bravura del collega, il quale aveva deciso di pubblicare una nuova ricerca in proprio, con i soldi procurati apposta dall sorella, e che in un attimo di follia aveva ucciso entrambi.
Giuseppe indaga sulla morte di una ragazza nigeriana dietro la chiesa dove era protetta da Don Michele. Giuseppe tenta di ricostruire la vicenda cercando le testimonianze dei passanti: inizialmente i sospetti cadono sul prete, successivamente sul fratello dell'uccisa. Tuttavia il caso non è risolto. Mentre inoltre Giuseppe inizia ad avere problemi nella relazione amorosa con il PM Laura, il sostituto commissario Giuseppe Pisaniello crede di essere sulle tracce del misterioso assassino che secondo lui ucciderebbe degli anziani, facendo poi credere in un disperato suicidio delle stesse vittime. Giuseppe, intanto, scopre che la ragazza uccisa aveva un passato difficile da prostituta sfruttata e che, con l'aiuto di don Michele, era riuscita a fuggire e a salvare altre ragazze della sua etnia sfruttate illegalmente. Giuseppe, allora, ipotizza il coinvolgimento di uno dei tanti ragazzi protetti da Don Michele, avendo capito che l'assassino dopo il delitto si era rifugiato in chiesa. Lo trova in uno dei tre giovani aiutanti di don Michele, geloso follemente della vittima.
Un bambino, figlio di un ricco imprenditore, viene portato via amichevolmente da una persona che sembra conoscere bene (ma in realtà rapito) durante una gita scolastica in un museo e rinchiuso in un magazzino freddo e buio. Il rapitore è stato incaricato del sequestro dal padre del bambino, lasciato dalla moglie, che vuole chiedere un riscatto al nonno, più ricco del padre stesso. La squadra di Pizzofalcone indaga, ma per poco non riesce a recuperare il bambino. In televisione vedranno il bambino, con i rapitori, a una festa di capodanno in un paese dell'est. Il padre confesserà ciò che ha fatto, pentendosene amaramente, e sarà arrestato. Nel frattempo, viene felicemente comunicato che il commissariato di Pizzofalcone rimarrà attivo "per almeno altri 6 mesi". L'episodio rimane, così, aperto, facendo aspettare la seconda stagione...
L’assistente capo Francesco Romano, andando al lavoro, trova una neonata abbandonata accanto a un cassonetto della spazzatura. È sospesa fra la vita e la morte. Chi è stato ad abbandonarla? Partono le indagini. La bimba lentamente si riprende. Nel frattempo, in un appartamento signorile, viene scoperto il cadavere di una ragazza dell’Est. Sola. È chiaramente stata uccisa e l’autopsia stabilisce che la vittima aveva partorito da poco. C’è un nesso fra i due tragici eventi? I Bastardi conducono le indagini con lo zelo consueto e una forte compassione, costretti a combattere un male più disumano del solito
Pasquale Granato, proprietario di una storica panetteria di Napoli, dove ancora si il pane fa col lievito madre, è stato ucciso a colpi di pistola. Sulla scena del delitto arrivano per primi i Bastardi. Immediatamente dopo, irrompono gli uomini dell’Antimafia, compreso il famoso e potente procuratore: Diego Buffardi. L’antimafia vuole avocare il caso a sé: la vittima rientra in una indagine della DIA. Granato era stato testimone di un fatto legato al clan dei Sorbo, una famiglia criminale. È vero che in seguito aveva ritrattato la sua testimonianza ma, nell’ottica dei criminali, restava un pericolo da eliminare. Per Buffardi il movente è chiaro Non altrettanto per l’ispettore Lojacono che, sulla base di alcuni rilievi, del suo intuito e di più approfondite indagini ritiene che il delitto non sia legato alla criminalità organizzata ma abbia origine altrove. Lo scontro Lojacono - Buffardi (per il tramite della Piras) è molto duro. Chi dei due ha ragione?
All’interno di una gioielleria, ai piedi della cassaforte, aperta e svuotata, giace privo di vita il corpo di Carlo Ficucello, il proprietario del negozio. Gli hanno sparato da distanza ravvicinata. Poco distante dal cadavere c’è una pistola. Ma non è quella che ha sparato. È scarica e apparteneva al gioielliere. Da qui prende il via un’indagine che dall’ipotesi di una rapina finita male, porterà i Bastardi a scandagliare un universo sociale e famigliare dove il confine fra il bene e il male si fa sottile e le responsabilità confuse
Il cadavere di Roberta De Angelis giace a terra in mezzo alla pista da ballo. La donna è supina, capelli sciolti e sul petto una macchia scura di sangue: uno fermacapelli d’argento ha come elsa due ballerini di tango. Se ne sta piantato all’altezza del cuore. Accanto a lei, riversi sul pavimento, dei tulipani gialli e un portafiori. Come un giro di tango questa indagine scava nei meandri della passione. Ma cosa si cela dietro la passione?
La vittima è un uomo privo di documenti e cellulare. Viene ritrovato in un cantiere della metropolitana. È stato aggredito e percosso. È in coma e viene trasportato all’ospedale senza che nessuno sia riuscito a parlargli. I Bastardi riescono faticosamente a risalire alla sua identità: è un americano in villeggiatura a Sorrento con la sorella e la madre, un ex diva di Hollywood ora affetta da Alzheimer. Ce n’è abbastanza per una indagine sentimentale fra passato e presente, una appassionante storia d’amore fra Napoli e una malinconica Sorrento fuori stagione
Nell’ultimo episodio di questa seconda serie siamo alle prese con il caso di una ragazzina che sembra vittima di abusi da parte del padre. Una verità terribile celata fra le righe del tema che Martina ha svolto in classe. In gioco ci sono sentimenti inaspettati, pensieri indicibili e il senso angoscioso della minaccia e del tradimento. Verità e menzogna si alternano e ci spiazzano esattamente come ci spiazza l’ispettore Lojacono. Il suo passato, la macchia che lo tormenta da quando era in Sicilia, torna all’improvviso. Ci sembra quasi di non riconoscerlo.Tradisce la nostra fiducia. Per non parlare di quella dei colleghi e della Piras. Ma davvero può fare una cosa così?
Subito dopo l'attentato, il ristorante di Letizia si è trasformato in un inferno da cui vengono estratti feriti e cadaveri. Con il divieto di indagare sull'accaduto, i Bastardi vengono messi sotto torchio e il loro passato più scomodo torna alla luce. Finché la soffiata fatta da un vecchio nemico non apre una pista inaspettata. Ora i Bastardi possono davvero cominciare le loro indagini, senza che nessuno sappia niente .
La scomparsa di una professoressa molto amata dagli allievi e molto odiata dal marito fa nascere un dilemma: è legittimo basare un'indagine solo su un'intuizione? È di questo parere la nuova arrivata tra i Bastardi, il commissario Martini, una donna dai modi spicci e un passato scomodo alle spalle, oltre che una mina vagante per l'ispettore Lojacono e l’intera squadra. Intanto, la rete di uno stalker minaccioso si stringe intorno a Laura Piras.
Le nozze tra Francesca Valletta e Giovanni Pesacane avrebbero dovuto portare la pace tra le due famiglie criminali che si facevano la guerra da anni. Ma ai cadaveri di questa lunga faida se ne aggiunge uno nuovo, quando la giovanissima sposa viene ritrovata morta con ancora addosso il suo abito nuziale. Ora i Bastardi hanno pochi giorni per scoprire il colpevole, prima che tra le due famiglie torni a scoppiare una guerra ancora più letale di prima.
Una commessa di farmacia viene uccisa da un balordo durante una rapina. Ma alcuni elementi lasciano credere che dietro a questo incidente si nasconda un caso ben più complesso. È un delitto che il commissario Martini sente come proprio, facendo scoppiare un conflitto all'interno dei Bastardi. Intanto, l'ispettore Lojacono si avvicina sempre più all'autore dell'attentato al ristorante di Letizia e a una rivelazione molto difficile da sopportare
Il ritrovamento di un cadavere in mare, ucciso da una serie di colpi violenti, sembrerebbe normale amministrazione per i Bastardi. Ma quando l'ispettore Lojacono riesce a identificare il misterioso individuo che è stato ucciso, scopre anche che la sua morte si interseca con l'attentato al ristorante. Questa rivelazione avvia un giallo mozzafiato in cui verranno alla luce verità devastanti. Per i Bastardi niente sarà più come prima
Intervista a Serena Iansiti che interpreta Rosaria Martone, il medico legale, nella serie "I bastardi di Pizzofalcone".