I patrioti animati dallo spirito garibaldino si preparano a sferrare il loro attacco contro il potere papale. Siamo a Roma, è il 1867, e il cardinale Colombo, capo della polizia papale, cerca di arginare ciò che in realtà pare inevitabile. In particolare, tre giovani, Cesare Costa, Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, si offrono volontari per compiere un attentato dinamitardo contro la caserma degli zuavi pontifici. I tre amici, dopo essersi promessi aiuto reciproco e di non tradirsi mai, fanno saltare in aria la caserma, uccidendo moltissimi soldati del Papa. Mentre Colombo con i suoi collaboratori indaga per scoprire i colpevoli, il ‘Papa Nero' Beckx, capo dei Gesuiti col quale non corre buon sangue, scopre dove si trovano i sovversivi, facendoli attaccare dai soldati. Gli zuavi irrompono quindi nel lanificio Ajani, sede dei cospiratori, uccidendo chiunque vi trovino: uomini, donne e bambini. Il cardinal Colombo, arrivato subito dopo, ne rimane sconvolto e capisce che è stato Beckx ad ordinare la strage. Decide di affrontarlo, ma il papa nero nega. Intanto si scopre che Cesare Costa e Gaetano Tognetti, coetanei e grandi amici, sono innamorati della stessa donna, Teresa Ferri, che però, pur stando con Gaetano, ama Cesare. I due ragazzi finiscono col diventare amanti all'insaputa dell'altro. Si scopre anche che Cesare, cresciuto con la famiglia di Gaetano, è in realtà il figlio illegittimo della contessa Flaminia Ricci e che la donna lo ha avuto niente poco di meno che dal cardinale Colombo, ignaro di tutto. Quando la polizia pontificia sembra vicinissima a individuare i tre responsabili della strage degli zuavi, è proprio la contessa Ricci (che tra le altre cose vuole far annullare il suo matrimonio col conte) a cercare di aiutarli, organizzando la loro fuga. L'uomo che però viene pagato dalla contessa per farli scappare, l'oste Giano, li tradisce subito, raccontando ogni cosa al conte Ottavio Ricci, che crede Cesare l'amante di sua moglie. Colombo,