Il Commissario Michele Romano è a pochi passi dall'arresto di Iovine, quando la Procuratrice ferma l'operazione, non autorizzata. Michele e la sua squadra devono così ricominciare ad indagare.
Le indagini di Michele e della sua squadra seguono non solo i movimenti del clan, ma anche le vicissitudini di Anna che, nel frattempo, inizia a rendersi conto del peso di essere la donna del boss.
Napoli, 2011. Il capo della squadra mobile Michele Romano riceve da un informatore una soffiata sulla posizione di Michele Zagaria, boss dei Casalesi ancorra in libertà. La squadra si mette in moto ma il blitz non ha successo ma la caccia continua. Nel frattempo, il boss cambia nascondiglio e si rifugia in un bunker nel casertano.
Michele Zagaria cerca di sabotare le indagini della squadra capeggiata da Romano ricattando un piccolo boss per costringerlo a testimoniare contro il capo della Mobile. Per questo, il PM De Simone decide di aprire un'indagine contro Romano per favoreggiamento. Nel frattempo, le indagini per catturare il capo dei Casalesi continuano grazie all'uso di una microspia.
La squadra individua in Turco l'assassino di Arturo e, parallelamente al lavoro su Zagaria, comincia a invesigare su di lui. Il boss, nel frattempo, ha scoperto la relazione tra Nicola e Agata e cerca di far capire in tutti i modi al ragazzo di non toccare la ragazza, pena la sua stessa vita.
Le indagini della PM De Simone sulla connivenza tra Romano e la camorra proseguono, trovando apparenti conferme. La PM si serve di Visentin come fonte interna alla squadra, e coinvolge anche Carlo, il più giovane membro della squadra di Romano, fedelissimo al capo e anche fidanzato di sua figlia Chiara, di cui ha appena chiesto la mano. Ma, di fronte alle accuse della De Simone, Carlo è costretto a mettere in discussione tutto quello che ha sempre ritenuto giusto.
L'irruzione in casa Ventriglia salta a causa di una talpa di Zagaria all'interno della polizia, che informa il boss appena in tempo per evitare l'arresto. La squadra è costretta a riorganizzarsi, ma nel frattempo, grazie alle informazioni raccolte da Romano con i confidenti, ha trovato una buona pista su Turco: i combattimenti clandestini, di cui è appassionato.
Mentre il cerchio dell'indagine inizia a stringersi intorno a Zagaria, la PM De Simone raccoglie abbastanza prove per far emettere nei confronti di Romano un divieto di dimora nella provincia di Napoli. Senza preavviso, il capo della mobile non solo deve abbandonare l'indagine sul capo-clan, ma anche la sua casa e la sua famiglia.Nel frattempo, Agata, incornata erede dell'impero del boss, scopre che proprio Zagaria è il responsabile dell'assassino di sua madre.
Romano viene trasferito a Roma, mentre la squadra passa in mano a Visentin. Ma Francesco, che ha imparato a conoscere i metodi di indagine di Romano e a fidarsi di lui, rompe la collaborazione con la De Simone e si schiera con la sua squadra, per portare fino in fondo la caccia a Zagaria. Quando gli investigatori hanno in pugno Anita, però, la ragazza si rifiuta di parlare.
Romano, lavorando incessantemente, riesce a dimostrare che le accuse costruite da Zagaria contro di lui sono false. Il capo della mobile torna così parte attiva delle indagini sul boss, ed è presente anche all'incontro decisivo: Nicola rivela la posizione precisa del bunker, e consegna Agata ai poliziotti. Con questa testimonianza, Romano e la sua squadra possono sferrare finalmente l'attacco al bunker del boss.
Ritratto di Michele Zagaria, il capo indiscusso dei Casalesi.
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