Ghigo e i suoi nipoti rischiano di perdere villa Pollini a causa di un binario ferroviario che deve passare nel loro giardino. Nel frattempo i nostri si occupano del caso di un palazzo che è crollato in città e ha provocato morti e feriti. Fra questi il geometra Carlo Bassi che viene imputato di essere il responsabile della tragedia per un piccolo lavoro di ristrutturazione che ha effettuato nel suo studio. In realtà Bassi è innocente e al processo Stefano si batte per scagionarlo. Sotto interrogatorio, però, l’uomo si proclama inaspettatamente colpevole e confessa di aver spostato un muro portante del suo studio, provocando così il crollo della palazzina. Bassi afferma che è stato Stefano a convincerlo a presentare una falsa planimetria dell’appartamento. L’avvocato è sconcertato: Bassi sta mentendo e lui e ora rischia la radiazione dall’albo. Con l’aiuto di Filippo, che continua a sorprenderlo con le sue intuizioni, Stefano scopre che Bassi, pieno di debiti, è stato corrotto da un potente costruttore. Questi è reo di aver costruito il palazzo su un terreno geologicamente friabile, con la complicità del capo dell’ufficio tecnico del Comune. Per non perdere l’amore della moglie Lucia, Bassi confessa lo scandaloso accordo, incastrando i veri responsabili. Risolvendo il caso, i nostri riescono anche a sventare la minaccia dell’esproprio di villa Pollini: grazie alle sorprendenti doti investigative di Filippo, Ghigo e Stefano scoprono che la delibera per la costruzione della nuova linea ferroviaria nel parco della villa è stata falsificata. Ci sono dei nemici potenti che stanno tramando contro di loro e li vogliono cacciare dall’antica casa di famiglia...