Nel 1985 due giovani alpinisti inglesi, Joe Simpson e Simon Yates, intrapresero un viaggio sulle Ande peruviane. Dopo due giorni di cammino gli alpinisti lasciarono Hawking, un giovane viaggiatore incontrato durante il viaggio, al campo base e partirono alla conquista della cima del Siula Grande. La parete appariva come una grande salita di ghiaccio. Dopo tre giorni di fatica arrivarono sulla cima. Cominciò allora la difficile discesa. Simpson cadde e si ferì ad una gamba: esternamente non vi era versamento di sangue ma l’ematoma interno era copioso. Continuarono il tragitto legati ad un unico cordino spesso otto millimetri; Simpson scivolò in un crepaccio e Yates capì che l’ unica possibilità di salvarsi era quella di tagliare la corda che li teneva uniti, e così fece. Simpson sparì nel crepaccio. Con grande fatica Yates, solo, riuscì a tornare al campo base. Dopo una settimana, quando ormai i compagni avevano perso la speranza di rivedere l’alpinista, questi miracolosamente riapparve. In un appassionante racconto, il dramma della sopravvivenza di Simpson e l’ angosciante decisione e il rimorso di Yates emergono in tutta la loro durezza.