Dalida (Sabrina Ferilli) nasce a Parigi nel 1956... perché prima era un'altra persona: era Yolanda Gigliotti, figlia di una casalinga e di un violinista italiani emigrati in Egitto. Dopo la vittoria del concorso di Miss Egitto, nel 1950, Yolanda trova la forza necessaria per iniziare a costruirsi il proprio destino. Parte, va a Parigi, inizia a fare provini come cantante e nel 1956 si presenta ad una audizione con il nome di Dalila, ispirandosi al film "Sansone e Dalila". È lo scenarista di "Villa d'Este", Fred Machard, a consigliarle di sostituire quella ultima L con una D, e Yolanda accetta. Ed è lì che nasce Dalida, una cantante che si fa notare per carisma, determinazione, per la sua voce e la sua presenza da piccola gitana. È in quella audizione che il produttore Barkley e il direttore artistico Lucien Morisse (Charles Berling) decidono di puntare su di lei, e Dalida conquista i primi posti delle classifiche in soli due anni. La sua vita di artista inizia a prendere forma, tra registrazioni, esibizioni, premi. È quella privata che si muove con più difficoltà. La storia iniziata con Lucien non decolla: lui le chiede di sposarla solo dopo cinque anni di relazione; lei accetta ma forse già delusa e stanca di un rapporto in cui le sembra di elemosinare attenzioni. Quando, a Cannes in una delle sue tourné solitarie, incontra Jean Sobieski, cede alle sue lusinghe, si lascia sedurre dal suo corteggiamento e dai riguardi che questo giovane pittore le dedica. In realtà Lucien, rapito dal suo lavoro, più che una relazione con sua moglie ne ha una con la star, all'opposto di Jean che sembra innamorarsi proprio della ragazza desiderosa di vivere l'amore. Ma questa intesa tra Yolanda ed il giovane artista è destinata a finire: è difficile convivere con gli impegni, le assenze e i successi di Dalida. Finita anche quella storia, la vita di Dalida viene sconvolta dagli ideali e dalla passionalità di un uomo coraggioso, tormentato, colto: è Luigi Tenco (Alessand
Dalida è inquieta: non riesce a godersi la cena pensando a Luigi che, deluso e arrabbiato per l'insuccesso al festival di Sanremo, sta solo nella camera d'albergo. Abbandona la tavola e scappa da lui? quello che trova è uno spettacolo macabro e per lei straziante: Luigi giace a terra morto e una lettera di commiato spiega le ragioni di quell'atto. Il dolore è troppo, è un peso sul cuore, è fatto di amore non vissuto e di rimpianti e Dalida sembra incapace di sopportarlo; qualche tempo dopo tenta il suicidio con l'intenzione, forse, di raggiungere quell'uomo tanto importante, che l'ha abbandonata nel peggiore dei modi. Entra in coma, ma ne esce, e torna a casa tra l'affetto dei familiari, degli amici, dei numerosissimi fans. Inizia un nuovo capitolo della sua vita, perché si avvicinerà alla filosofia buddista, in cerca di risposte ai suoi dilemmi esistenziali, alla sua ricerca di identità, scissa tra due personaggi con diverse esigenze, al suo desiderio di voler essere, di tanto in tanto, dall'altra parte. È grazie ad Arnaud Desjardin che questa donna riesce, almeno momentaneamente, a conciliare le vite di Yolanda e Dalida, a capire che l'una non esiste senza l'altra: cantando Yolanda è felice e la star, Dalida, può essere una donna grazie a Yolanda. Intanto Orlando vuole aprire una nuova casa di produzione indipendente per Dalida, diretta da lui e distribuita dalle edizioni Barclay. Continua il grande successo della cantante, ma improvvisamente la musica sembra non interessarle più. Grazie alle intense letture per la cura della sua anima ed alla sua relazione con Desjardin, Yolanda riscopre se stessa e la bellezza del tempo libero, lontano dal successo. Ma un nuovo duro colpo l'attende: il suicidio di Lucien, l'uomo che aveva amato più di tutti, a cui fa seguito anche la morte della madre, alla quale Dalida dedica sul palco dell'Olympia una canzone. È con Richard Chanfray detto il Conte di Saint Germain (Christopher Lambert) che Dalida troverà nuovame