La mattina del 3 luglio del 1995, in provincia di Verona, da un podere del contadino Gianfranco Stevanin affiora il cadavere mutilato di una donna. Non è l’unica. Sotto quella terra ce ne sono altre, di donne, prima uccise poi fatte a pezzi. Sono almeno cinque le vittime accertate di Gianfranco Stevanin, serial killer con l’hobby del sesso estremo e della fotografia. Lo condannano all’ergastolo ma in appello, ritenuto incapace di intendere e di volere, si prende solo 10 anni. La Cassazione ribalta ancora tutto e lo condanna nuovamente all’ergastolo. Pena che Stevanin sta scontando nel carcere di Opera a Milano.