Cesare Zavattini e la Bassa reggiana hanno un rapporto di reciprocità ricco e complesso che, intrecciano passato e presente, crea un nuovo tempo sospeso attraverso le testimonianze di quattro uomini d'età e condizioni sociali diverse. Il punto di partenza è dato dal grande Za, padre del Neorealismo italiano (chi non ricorda Ladri di biciclette (1948)? O Miracolo a Milano (1950)?), che incontra idealmente la sua gente nella Bassa reggiana, un pezzo d'Emilia lambito dal fiume Po.
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