In un tempo imprecisato tra Seicento e Settecento, sullo sfondo della natura immutabile della Val di Non, i popolani dei borghi montani si affidano alle cure della Zappina, una giovane contadina che vive con la sua capra e conosce le erbe medicinali e le risorse del bosco. Per il latte della sua capra, per i decotti che guariscono dal mal di pancia, per i consigli che dispensa, non vuole niente in cambio, magari solo il dono di un frutto. Donna libera e generosa, le ci vuol poco per finire vittima della cattiveria dei paesani, pronti a scaricare su di lei la colpa delle malattie e delle disgrazie che capitano loro. Quando bussano alla sua porta due gendarmi con le armi, a nulla vale l'amore di Silvanel, il cacciatore, o il grido disperato di un'amica; per la Zappina si apre il processo per "acclarata stregoneria".
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