Mauro "Barella" Bonanni è il proprietario di un'officina di autodemolizioni nel quartiere della Certosa e di Tor Pignattara a Roma. Come in alcuni dei migliori esempi di cinema del reale si percepisce la famigliarità dell'autore con l'ambiente e le persone che descrive (Mauro Ruvolo è nipote del protagonista). Frammenti, abilmente montati anche in discontinuità, di vita quotidiana al lavoro e in casa, degli amici, di gare motociclistiche, di extracomunitari, perfino dell'intimità; e il romanesco sboccato di una città coatta e reclusa. Ma il film ha anche modo di evocare o di visualizzare rapidamente il passato. E di prefigurare il futuro, lontano da Roma, nel Benin. Questo finale ci coglie di sorpresa, allontanando il film dalla cronaca e proiettandolo in una dimensione insieme epica e lirica che, a ben vedere, scorreva da tempo sottotraccia. (Adriano Aprà)
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